domenica 28 dicembre 2014

Accordo raggiunto per la Fiat Termini Imerese: un'altra "nazionalizzazione a tempo" per i profitti privati

Feste di fine anno diverse per gli operai dello stabilimento ex Fiat (adesso si può dire?) di Termini Imerese? Sicuro, almeno per una cosa: a fronte di un prossimo licenziamento avranno ancora 4 anni di cassa integrazione; i primi due anni di cassa per ristrutturazione scattano subito dal 1° gennaio 2015! Per quanto riguarda invece il futuro industriale è tutto da vedere nonostante le chiacchiere del Ministro Guidi e del solito twitter stupidamente trionfalistico di Renzi! 

L'accordo firmato  la notte di Natale presso il Ministero dello Sviluppo economicotra Fca, Metec e le delegazioni di Fim, Fiom, Uilm e Ugl è stato fatto in fretta e furia per evitare appunto che il 31 dicembre scattasse definitivamente il licenziamento dei 760 operai Fiat, come ricorda il ministro Guidi (e riapre la partita per gli oltre 200 dell'indotto) a causa dell'esaurimento degli ammortizzatori sociali, compresa la cassa in deroga che viene di fatto abolita dal 1° gennaio. Firmato anche per evitare che per la rabbia operaia le feste potessero andare di traverso a politici e sindacalisti!

E passiamo adesso al «piano industriale» come è stato illustrato dal Sole24Ore del 24 dicembre che nel titolo prova ad essere molto ottimista questa volta forse perché conosce bene gli attori in gioco, dice infatti : «A Termini Imerese... Scatta l'era dell'auto ibrida». Vediamo di che si tratta:

1. La nuova azienda «madre» del padrone Roberto Ginatta si chiama Metec che ha creato una nuova azienda «figlia», che all'inglese chiamano newco, che si chiama Blutec con un capitale di 25 milioni (quanto ne metteva la Grifa!) che subentra alla Fiat con la procedura del trasferimento di ramo d'azienda ex art. 47 della Legge 428/90.

2. La cifra complessiva dell'investimento è di circa 300 milioni quasi tutti della Regione Siciliana e dello Stato tramite il Ministero dello Sviluppo Economico. Quindi anche qui come per altre aziende stiamo assistendo ad una nazionalizzazione a tempo! Risanare e far ripartire con soldi pubblici per far fare profitti ai privati!

3. La Blutec da un lato dovrebbe cominciare a produrre componentistica auto, con un investimento di 96, milioni; dall'altro produzione di auto ibride su due segmenti, Ab da 1.300 di cilindrata e Cd da 1.800, destinati a uscire dalla fabbrica rispettivamente nel primo e nel secondo semestre del 2018.
Le prime 200 persone dovrebbero diventare operative nel 2016, nel 2017 si salirà a 400, per arrivare a regime a 800 entro fine 2018!!! Ciascuna delle due attività saturerà 800 dipendenti. In prima fila ci sono i 766 ex addetti di Fiat e Magneti Marelli.

4. La Fiat darà il Tfr e, pur di liberarsi di questi operai, ha messo sul piatto anche una mobilità volontaria per 130 unità, con un incentivo di 40mila euro. «L'intento è quello di liberare posizioni, così da attingere per le nuove assunzioni dal bacino di quello che era l'indotto Fiat. Ma i sindacati dicono che gli operai interessati non sarebbero più di 50!»

A parte la questione dei soldi (che in genere è quella sostanziale) e dei tempi lunghi i dubbi su questa operazione e su questo «piano industriale» restano tutti anche se ammettessimo la buona fede: questa azienda è legata a doppio filo agli Agnelli e alla Fiat (ora Chrysler) nel mondo; produce componentistica per auto nei suoi stabilimenti di Italia, Polonia e Brasile... di fatto attaccati a quelli della Fiat; da quanto si sa non ha mai prodotto auto ibride! Settore dal quale nella sostanza è fuori la Fiat/Chrysler. Quindi potrebbe essere un trucco alla Marchionne, il fascista padronale, per provare da un lato a vendicarsi del mancato accordo con Cuffaro da 300 milioni di euro prima della decisione della chiusura e dall'altro di cominciare a sperimentare la produzione di questo settore proprio con quei soldi pubblici!

giovedì 18 dicembre 2014

la Grifa fallisce prima di cominciare... "cinque anni di bluff"... e ora arriva una "nuova" azienda…

Così titola la repubblica di Palermo di oggi, mentre il Sole 24 ore parla di "ultima spiaggia" e qualche altro di "ore decisive"… ma oramai hanno quasi tutti il tono della presa in giro, perché che questa "vertenza" si sia trasformata in barzelletta lo hanno capito quasi tutti… tranne forse i sindacalisti che, ancora una volta, si sono detti prima delusi, poi meravigliati e poi come sempre speranzosi…

Mentre gli operai si preparano ad un sit-in venerdì 19, davanti lo stabilimento di Termini Imerese, in concomitanza con il nuovo incontro previsto al Mise, durante il quale l'azienda dovrebbe presentare il piano industriale, proviamo a fare il punto su questa ennesima nuova proposta avanzata dal Ministero dello Sviluppo (?) Economico.

Nell'incontro previsto per martedì scorso il ministro dello Sviluppo Economico De Vincenti ha annunciato "a sorpresa" che la Grifa non era più della partita e che adesso, ci ricorda il Sole24Ore di ieri: "Il nuovo cavaliere bianco per Termini Imerese si chiama Metec... È invece uscita completamente di scena, per "mancata capitalizzazione" la proposta di Grifa il cui piano industriale prevedeva la produzione di auto ibride nel sito che fa tuttora capo alla Fiat; sparito anche il fantomatico finanziatore brasiliano (Banco Brj)." E qui, tutti coloro che avevano dato per certo l'accordo, a cominciare dal nuovo segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, che aveva parlato di "'accordo innovativo' e di 'un progetto vero e solido dal punto di vista finanziario che salvaguarda l'occupazione, pure nell'indotto." (che profonda lungimiranza!) dovrebbero chiedere scusa e nascondersi per sempre! E invece...

La Metec "è la holding di un gruppo che produce componenti auto con attività in Italia, Polonia e Brasile; il bilancio 2013 si è chiuso con 270 milioni di euro di fatturato consolidato, un utile di 6 milioni e un patrimonio netto a fine anno di 58 milioni. De Vincenti ha definito la sua solidità industriale "fuori discussione". (!) La più nota fra le controllate di Metec è la carrozzeria Stola; oltre metà del fatturato deriva dalla Stola do Brasil."

"In una conversazione con il Sole24Ore, Ginatta, l'amministratore delegato di questa azienda, "67 anni, è amico di lunga data della famiglia Agnelli (era con loro in tribuna a vedere la Juventus ai tempi dell'Avvocato) e ha in passato rilavato varie aziende dal gruppo Fiat";  si dice "molto ottimista" sull'operazione ma avverte che "abbiamo ricevuto due ore fa la bozza di contratto per la cessione di ramo d'azienda, e i tempi sono strettissimi". Non è detto, dunque, che l'operazione vada in porto; anche l'ammontare degli investimenti complessivi previsti non è definito, ma sarà comunque inferiore ai 100 milioni del progetto Grifa."

I soldi, come si sa, dovrebbe metterli la regione Sicilia che ieri "ha approvato l'accordo di programma (ma quante volte lo approva questo programma!?) che prevede complessivamente 140 milioni di euro di finanziamento per i futuri investimenti e contratti di sviluppo; ad essi si aggiungeranno da un lato i fondi che verranno messi a disposizione dal ministero dello Sviluppo Economico, dall'altro i 150 milioni della stessa Regione destinati al miglioramento delle infrastrutture." Non solo per lo stabilimento Fiat quindi, ma per tutta l'area industriale di Termini! Quindi potrebbero non bastare!
"Il contratto approvato ieri in Regione – ricorda Linda Vancheri, assessore (si fa per dire!) alle Attività produttive – copre, oltre che l'impianto ex Fiat di Termini Imerese, anche un a parte dell'indotto; si tratta di un accordo "open", ovvero resta valido anche dopo il cambio di cavallo avvenuto ieri in corsa tra Grifa e Metec."



Sulla "solidità finanziaria" sembra questa volta che nessuno abbia dubbi. Sarà la volta buona, allora? Chissà. Intanto i dubbi, come si è visto, ci sono: se si tratta di componentistica per esempio è chiaro che ci vuole tempo per riorganizzare la fabbrica e quindi i pochi mesi per ripartire di cui parla la Metec non sono credibili. Mentre se si tratta di produrre auto elettriche o ibride i problemi potrebbero essere ancora maggiori, mentre la cosa più "semplice" sarebbe quella di assemblare auto.

giovedì 11 dicembre 2014

Termini Imerese: fumata nera a Mise, martedì nome nuovo investitore

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/12/11/news/termini_imerese_fumata_nera_a_mise_marted_nome_nuovo_investitore-102672306/

Fumata nera al tavolo su Termini Imerese convocato per oggi pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico. Il governo, spiegano fonti sindacali al termine dell'incontro, non ha rivelato il nome della società che dovrà finanziare con 25 milioni di euro il progetto su Termini Imerese assieme a Grifa, gruppo già impegnato nel processo di reindustrializzazione dell'area di Termini. Il nome infatti, aggiungono le stesse fonti, sarà annunciato martedì prossimo in un nuovo incontro. 

"Il ministero dello Sviluppo economico ci ha informati, nell'incontro di stasera, di aver individuato un nuovo investitore per Termini Imerese, che entrerebbe in Grifa (società impegnata nel progetto di reindustrializzazione) per effettuare le operazioni di capitalizzazioni richieste", dicono Gianluca Ficco della Uilm nazionale e Vincenzo Comella, segretario Uilm di Palermo.  "A detta del ministero il nuovo investitore dovrebbe essere un produttore di componentistica italiano, che sarà presentato ufficialmente martedì. Invitalia dovrà a quel punto ammettere Grifa al Contratto di sviluppo, attestando la solidità finanziaria e industriale del piano".

"Inoltre - proseguono i due sindacalisti - la Regione Sicilia e il ministero stesso hanno definito l'Accordo di programma, che dovrà essere materialmente firmato la settimana prossima, al fine di sostenere il piano di reindustrializzazione e di prevedere strumenti utili ai lavoratori dell'indotto. Naturalmente aspettiamo di conoscere il nuovo investitore prima di poterci esprimere, ma il tempo stringe e il governo deve fornirci garanzie anche attraverso Invitalia".

martedì 9 dicembre 2014

Fiat Termini Imerese: la "sorte appesa a un filo". 11 dicembre prossimo incontro e da Grifa ancora nessuna certezza

Giovedì 11 i sindacati sono stati convocati al ministero dello Sviluppo e il tempo stringe: i 760 lavoratori attualmente ancora a libro paga Fiat, tutti in cassa in deroga, (indotto escluso, altri 200 operai circa) verranno messi in mobilità se il ramo d'azienda non dovesse essere trasferito a Grifa entro il 31 dicembre.

Ma la Grifa non ha ancora dato nessuna certezza sui fondi che si è impegnata ad investire per subentrare nella produzione dello stabilimento di Termini Imerese.

"Grifa dovrebbe dimostrare la disponibilità di fondi per 25 milioni di euro, - ci ricorda il Sole 24 Ore di oggi - mentre altri 75 dovrebbero in teoria arrivare da una banca brasiliana. I fondi sono il presupposto necessario per assicurare la validità del progetto e per ottenere i finanziamenti pubblici al piano di rilancio, che prevede la produzione di piccole auto a propulsione ibrida. Dopo sei mesi di trattative, però, né i fondi promessi da Grifa né quelli brasiliani si sono materializzati."

Mentre l'affermazione del governo, che ha più volte garantito sulla solidità della cordata Grifa, che starebbe ora «lavorando al rafforzamento della compagine societaria», ovvero cercando nuovi soci finanziatori per l'impresa aggiunge confusione e insicurezza alla vicenda.


"Nessun accordo sulla cessione di ramo d’azienda finché non ci saranno garanzie su Grifa, non vogliamo ritrovarci il 31 dicembre licenziati dalla Fiat e in mano a un’azienda che non ha le gambe per camminare”, dichiarano i sindacati confederali. I giorni volano e i sindacalisti sono ancora lì che fanno incontri che non portano soluzioni e soprattutto sembra non abbiano nessuna intenzione di mobilitare davvero le forze necessarie per provare a dare una vera svolta a questa lunghissima vertenza, cosa che potrebbero fare direttamente gli operai se questa vertenza la prendessero nelle proprie mani.

sabato 6 dicembre 2014

GRIFA: ANCORA NESSUNA CERTEZZA

dall'ANSA - 3 dicembre 2014

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Termini, da Grifa ancora nessuna certezza. I sindacati pronti a bloccare il trasferimento
Mancano all'appello i 25 milioni di euro necessari per l'aumento di capitale. La Fiom: "Invitalia certifichi la solidità del gruppo"

03 dicembre 2014

Termini, da Grifa ancora nessuna certezza. I sindacati pronti a bloccare il trasferimento
(ansa)
"Nessun accordo sulla cessione di ramo d’azienda finché non ci saranno garanzie su Grifa, non vogliamo ritrovarci il 31 dicembre licenziati dalla Fiat e in mano a un’azienda che non ha le gambe per camminare”. I sindacati sono pronti a bloccare il trasferimento a Grifa dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, e dei suoi 760 dipendenti, finché non ci saranno garanzie sulla solidità economica dell’azienda. Una garanzia che continua a non arrivare. La startup guidata dal settantenne Antonio Florenza non ha ancora fornito le rassicurazioni sull’effettiva esistenza di quei 25 milioni di euro che la società dichiara di possedere, ma solo come capitale e non come denaro vero e proprio. Soldi senza i quali non si può procedere con l’iter che porterà allo sbarco di Grifa in Sicilia: in mancanza dei 25 milioni, infatti, il fondo di investimenti brasiliano Banco di Rio de Janeiro non apporterà il promesso aumento di capitale dei 75 milioni di euro che servono a chiudere l’accordo e dare il via libera ai finanziamenti pubblici che ammontano a circa 240 milioni di euro.

Questa mattina i sindacati hanno incontrato a Roma i vertici di Grifa e i rappresentanti di Fiat, che la settimana scorsa ha avviato le procedure per il trasferimento di ramo d’azienda. Oggi però i sindacati hanno formalmente comunicato che non firmeranno alcun accordo di cessione finché non ci saranno garanzie vere non solo sui 25 milioni di euro, ma anche sulla sostenibilità del piano industriale di Grifa. Quello che temono, infatti, è di essere licenziati da Fiat il 31 dicembre e ritrovarsi dentro a un’azienda che potrebbe non partire mai. E il fatto che oggi Grifa, stando alle ricostruzioni dei sindacati, non abbia reagito in alcun modo o fornito risposte non lascia ben sperare.

“Ad oggi, Grifa non risulta avere la necessaria capitalizzazione per sostenere il piano di reindustrializzazione e rioccupazione di tutte le maestranze - spiegano Michele De Palma della Fiom nazionale e Roberto Mastrosimone della Fiom Sicilia – pertanto abbiamo consegnato una lettera con cui comunichiamo l’indisponibilità a ratificare la cessione di ramo d’azienda senza la certezza che Grifa sia in condizioni di produrre. Quello che chiediamo è un intervento urgente del governo che, attraverso Invitalia, certifichi la solidità del nuovo soggetto imprenditoriale. Nel caso non ci fossero garanzie economiche serie da qui al 31 dicembre, il governo dovrà intervenire per bloccare i licenziamenti di Fiat e prolungare gli ammortizzatori sociali finché non si troverà una soluzione”. 


"Il confronto sul trasferimento d'azienda da Fiat a Grifa dovrà proseguire presso il ministero dello Sviluppo economico - affermano Gianluca Ficco della Uilm nazionale e Vincenzo Comella della Uilm Sicilia - per poter proseguire utilmente la discussione, Grifa dovrà completare le operazioni di capitalizzazione secondo quanto stabilito al dicastero dello Sviluppo economico e il ministero stesso dovrà farsi garante della sostenibilità del piano di reindustrializzazione".

lunedì 1 dicembre 2014

"In Sicilia sta per esplodere una bomba sociale". Finiti i soldi per la cassa in deroga, colpiti pure gli operai Fiat e Keller…

Alle chiacchiere di Renzi si contrappongono i risultati reali dell'azione del suo governo che riguardano lavoratrici e lavoratori in tutte le Regioni. Per migliaia sono già finiti i soldi della cassa in deroga. In Sicilia in particolare la situazione è ancora peggio… e il neo assessore al lavoro "fa appello al ministro Poletti per risolvere l'emergenza esplosa dopo lo stop alla cassa integrazione per gli esuberi della formazione e l'interruzione della mobilità in deroga per chi ha già sfruttato altri ammortizzatori sociali." Come riporta il Giornale di Sicilia di ieri. Si tratta di "Tutte misure di rigore varate a Roma che alla Regione sono state comunicate nel breve volgere di qualche settimana. Al punto da far trovare il sistema pubblico impreparato."
Che il "sistema Sicilia", comunque, sia "impreparato" non è una novità! E, infatti, il neo assessore mette subito le mani avanti: "In questa materia la Regione non ha praticamente competenze. Noi siamo coordinatori e attuatori di norme nazionali. E anche per questo motivo è ancora più chiaro che la Regione non può farcela da sola. È lo Stato che deve mettere le risorse".  E ancora: "Noi stiamo mettendo ordine nei nostri problemi e lo Stato ha già detto di avere fiducia in noi. Ma se nel frattempo lascia che scoppi una tale bomba sociale, è la fine."

Questa drammaticità del problema dipende dal fatto che la situazione è diventata davvero terribile: "Da venerdì si è aperta una falla: chi ha già usufruito di cassa integrazione, Aspi (indennità di disoccupazione), miniAspi o disoccupazione agricola non può ricevere la mobilità in deroga, una sorta di ammortizzatore sociale che prolunga da 12 a 36 mesi il paracadute scaduto." E "Secondo Michele Pagliaro della Cgil, almeno 30 mila persone perderanno l'assegno in questi giorni: dagli ex operai Fiat a quelli dell'indotto fino quelli della Keller."