mercoledì 26 novembre 2014

Grifa: causa contro la banca brasiliana e ancora mancate garanzie...

Nemmeno la riunione presso il ministero dello Sviluppo economico di ieri è riuscita a dare garanzie agli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese sul loro futuro, anzi.
La cosa più importante, per la cessione di ramo d'azienda, era la solidità finanziaria della Grifa che non è ancora stata garantita.
Forse al ministero fanno finta di niente o stanno procedendo per dare una risposta qualsiasi agli operai, come la prosecuzione in qualsiasi modo della cassa integrazione in deroga anche per il prossimo anno.
Forse al ministero fanno finta di non sapere, come ci ricorda il Sole 24 Ore del 14 novembre, che "Il Banco Brj, citato dalla cordata italiana Grifa come principale finanziatore dell'offerta per la fabbrica Fiat di Termini Imerese, ha una causa civile pendente in Italia." E la cosa sembra piuttosto complicata. Nella sostanza "La banca brasiliana è stata citata per danni, nell'ottobre del 2013, da un gruppo di piccoli azionisti della Centrale Finanziaria Generale (Cfg); il Brj si era offerto a fine 2012 di acquistare le loro azioni ma aveva poi fatto marcia indietro all'ultimo momento, lasciandoli a bocca asciutta." Il quotidiano dei padroni entra poi nel merito e chi ha voglia di andare a vedere  si colleghi a questo indirizzo [http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-11-20/quella-causa-contro-brasiliani-termini-063844.shtml?uuid=ABg1m0FC] e chiude con il "Risultato: cinque dei soci di minoranza hanno depositato un anno fa presso il Tribunale delle imprese di Milano una richiesta di risarcimento citando per danni la Sigi, il Banco Brj e la stessa Centrale Finanziaria Generale (i soci di minoranza hanno poi ceduto le loro azioni al gruppo Toti per una somma nettamente inferiore)", e poi con l'interrogativo "Brj torna adesso alla carica, a Termini Imerese, con un'operazione dal valore in teoria molto superiore: secondo la cordata Grifa i brasiliani dovrebbero contribuire con un investimento di 75 milioni di euro. Stavolta i fondi arriveranno davvero?"

I sindacati, soprattutto la Fiom, adesso continuano a dire che non si fidano e che non firmeranno accordi senza garanzie, ma intanto fino a questo momento si sono fidati delle rassicurazioni del ministero e del governo, e soprattutto, visto la fine dell'anno è molto vicina non si vede la mobilitazione necessaria che possa dare una vera risposta alla vertenza che dura anni!
Per noi è sempre più chiaro che la questione cambierà davvero aspetto se gli  operai entreranno in campo con tutta la loro forza e determinazione non lasciando nelle mani altrui il loro destino!

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Dopo-Fiat, parte la cessione a Grifa
Sindacati scettici: "Non ci fidiamo"

Nonostante i dubbi sulla solidità economica di Grifa siano tutt'altro che sciolti, la Fiat avvia il procedimento di cessione di ramo dì'azienda che, da qui a un mese, trasferirà lo stabilimento e i suoi 760 operai nelle mani della start-up nata meno di un anno fa. La comunicazione è giunta durante un vertice al ministero dello Sviluppo economico tra i dirigenti Fiat e i sindacati, riuniti per discutere degli incentivi alla mobilità à volontaria che riguarderà le duecento tute blu che sceglieranno di andare via in cambio di un contributo economico.
Un percorso che, a oggi, sembra un salto nel vuoto. La società non ha ancora fornito rassicurazioni sulla propria capacità finanziaria, in particolare sui 25 milioni di euro richiesti da Invitalia per avviare la produzione e dare il via libera ai 75 milioni che dovrebbero arrivare dal Banco di Rio de Janeiro, il fondo d'investimenti brasiliano partner di Grifa, e soprattutto ai 240 milioni di finanziamenti pubblici. Soldi che Grifa sostiene di avere, ma solo come capktale derivante dal valore di lacune proprietà, e non come denaro liquido.
Così, mentre il ministero assicura che la tabella di marcia è rispettata, i sindacati restano perplessi. "La cessione di ramo d'azienda _ sostiene Roberto Mastrosimone, segretario della Fiom siciliana – è un'arma a doppio taglio: può essere un segnale di garanzia sullo stato finanziario di Grifa, ma potrebbe anche rivelarsi il modo con cui Fiat si libera definitivamente della questione Termini Imerese".
Gli operai temono di ritrovarsi il 1° gennaio licenziati dalla Fiat e dentro un nuovo percorso produttivo che è un'incognita. "Non usciremo dal circuito Fiat – avverte Mastrosimone – senza avere la certezza che Grifa abbia le gambe per camminare". "Senza l'ok di Invitalia alla solidità finanziaria di Grifa e al piano del gruppo per Termini Imerese – concorda il segretario provinciale Uilm, Vincenzo Comella – non firmiamo alcun intesa". Mentre il segretario nazionale Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, sottolinea che "è indispensabile nel mese di dicembre operare per una conclusione positiva di tutta l'operazione di reindustrializzazione".

La Repubblica Palermo


25/11/04

mercoledì 19 novembre 2014

ancora una fumata nera dall'incontro al ministero

Si sono svolti nella giornata di oggi [ieri, ndr], nella sede del ministero dello Sviluppo economico, gli incontri per ottenere le garanzie industriali e occupazionali per i lavoratori degli stabilimenti Fiat e Pcma Magneti Marelli di Termini Imerese insieme a tutto l'indotto.


"In mattinata – racconta Michele De Palma, coordinatore nazionale Fiom del settore automotive –, unitamente alle altre organizzazioni sindacali dei metalmeccanici, abbiamo partecipato al tavolo coordinato dal Mise, con il management della società Grifa. La direzione aziendale ha spiegato intenzioni e tempistica del processo di acquisizione, ma, ad oggi, possiamo affermare che per la Fiom mancano ancora i presupposti fattivi utili al trasferimento di ramo d'azienda dalla Fiat alla Grifa. Il presupposto del trasferimento è la solidità proprietaria e finanziaria della società cedente certificate da Invitalia e dal Mise".

"Abbiamo ribadito – continua De Palma – che senza questo presupposto non ci può essere trasferimento. Inoltre, l'obiettivo della ricollocazione di tutte le maestranze è l'ulteriore presupposto fissato negli accordi prercedentemente siglati per il compimento del percorso siglato presso il Mise. Alla società Grifa abbiamo fatto presente che le notizie di stampa, ove non smentite, nuociono al futuro industriale e produttivo e minano i presupposti per il raggiungimento di un accordo definitivo di reindustrializzazione dell'area. Inoltre, abbiamo posto l'attenzione sull'accordo di programma, di cui ad oggi non abbiamo riscontri dalla Regione Sicilia, utile alla ricollocazione di tutti i lavoratori, compresi quelli dell'indotto".

"Per quel che concerne il salario, che nel caso di perfezionamento dell'accordo dovessero passare a Grifa, le distanze sono enormi: la direzione aziendale chiede la cancellazione di nquadramento, anzianità e salario percepito dai lavoratori tre anni fa in Fiat. Per raggiungere un accordo, deve essere chiara la disponibilità della direzione aziendale a negoziare: un  prendere o lasciare sarebbe inaccettabile. Comunque l'incontro su questo punto è stato aggiornato a dopo il chiarimento sulla parte relativa agli assetti finanziari".

"Nel pomeriggio si è tenuto invece l'incontro con la direzione aziendale di Fiat, in cui la Fiom ha ribadito che la decisione dell'azienda di aprire le procedure di mobilità non risponde alla necessità di assumersi tutti le proprie responsabilità. Abbiamo chiarito che per quanto ci riguarda è un problema di tutte le parti sedute al tavolo il buon esito della ricollocazione di tutte le maestranze compreso l'indotto. Per permettere il raggiungimento degli obiettivi fissati nel verbale di incontro sottoscritto presso il Mise, la direzione aziendale della Fiat, ove si perfezionasse il trasferimento senza problemi, dovrà assicurare incentivi alla mobilità volontaria dei lavoratori ex Fiat per definire il perimetro che dovrà essere trasferito alla nuova società subentrante. Si è trattato, quindi, di un primo incontro, in cui le parti hanno messo sul tavolo le loro posizioni, aggiornandosi al 26 novembre per approfondire la discussione".

da rassegna.it

giovedì 13 novembre 2014

La Grifa i soldi non li ha. Per Termini Imerese un cavaliere senza fondi... continua la telenovela brasiliana

Dopo che nei mesi scorsi Il Sole 24 Ore aveva sostenuto con titoloni l'"operazione Grifa", con un articolo pubblicato oggi ritorna sul progetto di rilancio dello stabilimento Fiat di Termini Imerese con uno sfottò icastico. Il fatto è che si conferma tutta la fumosità sui fondi necessari che dovrebbero essere messi a disposizione da parte del Banco de Rio de Janeiro (Brj), guidato da un medium brasiliano, e che non avrebbe soldi.

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Per Termini Imerese un cavaliere senza fondi

Un medium brasiliano alla guida di una banca in difficoltà. Questo il cavaliere bianco che, insieme all'italiana Grifa, punterebbe a rilevare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese e vorrebbe rilanciare la produzione di automobili in Sicilia. Secondo i sindacati, il Banco de Rio de Janeiro avrebbe dato al ministero per lo Sviluppo Economico «tutte le garanzie» perché Grifa possa rilevare dalla Fiat lo stabilimento di Termini Imerese; e dallo stesso ministero sono arrivate in più occasioni rassicurazioni sulla solidità della cordata.
Grifa è una spa fondata nello scorso aprile, che non ha finora mai prodotto un'auto e che comprende un paio di ex dirigenti Fiat dell'era pre-Marchionne; si è offerta di rilevare lo stabilimento siciliano della Fiat, chiuso dal novembre 2011, per produrre auto ibride ed elettriche a partire dal 2016. Grifa investirebbe 100 milioni di euro, cui se ne dovrebbero aggiungere altri 250 di fondi pubblici. Dei 100 milioni promessi di Grifa, 25 sono il capitale sociale dell'azienda; gli altri 75 milioni dovrebbero arrivare appunto dal brasiliano Banco de Rio de Janeiro (Brj), guidato da Luiz Augusto de Queiroz.
Dopo l'incontro di lunedì al Mise, i rappresentanti sindacali hanno dichiarato che il sottosegretario Claudio De Vincenti «ha reso noto che è pervenuta al ministero la lettera dell'istituto di credito brasiliano». In realtà Marcello Gianferotti, procuratore del Brj basato in Svizzera, ribatte che «dal ministero e da Grifa non sono ancora arrivati tutti i chiarimenti che abbiamo chiesto». Mancano, in particolare, «garanzie sulla composizione del cda e sul fatto che i 25 milioni di Grifa siano soldi veri». «Se entro venerdì non avremo garanzie – conclude – lunedì l'investimento salta». Lunedì è previsto al Mise il prossimo incontro.
Di per sé il Brj – un piccolo istituto di credito immobiliare – non ha mezzi enormi. Secondo documenti consultati dal «Sole 24 Ore», a fine 2013 la banca aveva attività totali per 180 milioni di reais (meno di 60 milioni di euro); il valore del capitale sociale più riserve era di circa 7 milioni di euro, appena superiore - scrive la relazione di gestione - al limite minimo fissato dal Banco Central do Brasil. L'ammontare del presunto investimento in Italia, dunque, è superiore al totale dell'attivo della banca. Secondo Gianferotti «dopo la fusione con l'immobiliare Santa Carolina il patrimonio è salito a 386 milioni di reais», e compresi i fondi in gestione arriviamo a 1,5 miliardi – poco meno di 500 milioni di euro. Non solo. Nel loro rapporto stilato il 26 marzo 2014 i revisori della Audipec parlano di «situazione di ridotta liquidità» del Brj e di «necessità di realizzare un piano di recupero finanziario». Il Brj è una banca piccola, insomma, non priva di problemi, e che sembra in tutt'altre faccende affaccendata rispetto al presunto dossier italiano.
E il medium citato all'inizio? È lo stesso presidente della banca, Luiz Augusto de Queiroz, il quale non è solo un banchiere: presiede infatti a Rio de Janeiro l'Associazione Padre Pio, un'associazione «spiritualista olocentrica (sic) culturale e assistenziale», un'associazione che promuove una sorta di sincretismo religioso (tutt'altro che raro in Brasile); Queiroz vanterebbe, come riporta la rivista indipendente Istoé, anche doti di medium. Forse sono queste ad avergli permesso di individuare il business italiano.


http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-11-12/per-termini-imerese-cavaliere-senza-fondi-063928.shtml?uuid=ABNXdwCC

mercoledì 12 novembre 2014

Incontro Ministero-Grifa-Sindacati del 10 novembre, che cosa è cambiato?

I toni troppo ottimisti dei titoli di alcuni quotidiani, tranne quello di Repubblica, sull'incontro di ieri non corrispondono ai risultati.
Se è vero che l'occupazione simbolica dello stabilimento di Termini Imerese di qualche giorno fa da parte di una dozzina di operai, durata una sola notte, è servita ad accelerare i tempi degli incontri, non ha però cambiato niente, nella sostanza, rispetto agli incontri precedenti.
E, infatti, adesso anche il quotidiano più guardingo, dopo le sparate dei primi momenti su questa vertenza, appunto La Repubblica, dice che per Termini i soldi della Grifa sono ancora un giallo.
Perché il problema principale continua ad essere quello del reperimento dei fondi per far partire la produzione. Non si capisce quindi la fretta della Fiom ieri di diramare un comunicato in cui dava ad intendere che finalmente il progetto può partire.

"Il nodo fondamentale – ripete Repubblica - riguarda i 25 milioni di euro che Grifa deve mettere sul piatto per avviare il progetto. Soldi che la società dichiara di avere nel patrimonio sociale, ma che attualmente non si trova nella sua disponibilità come denaro liquido. Sostanzialmente, spiegano fonti ben informate, si tratterebbe di fondi legati alla società Energy Crotone 1, azienda fotovoltaica che possiede il cento per cento delle azioni di Grifa, ma che nel proprio capitale sociale dichiara una disponibilità di soli diecimila euro." Certo De Vincenti ha tenuto a rassicurare ancora una volta, ma questo dato non è ancora cambiato tanto che "non è stato ancora dato il via libera definitivo da parte di Invitalia, l'advisor incaricato dal ministero dello Sviluppo economico di verificare se la società ha le caratteristiche finanziarie per portare avanti il progetto."

La Grifa, dietro la quale ci sarebbe anche la Fiat che per realizzare le tre versioni previste di un'auto del segmento A, fornirebbe il pianale Panda, motori ecologici, costruiti con componenti della casa torinese, "assicura che entro lunedì prossimo, quando è in calendario il prossimo incontro al ministero, saranno trasformati [i 25 milioni annunciati] da meri crediti in vera liquidità."
"Denaro che però da solo non basta: per dare il via libera al piano bisogna raccogliere quei 100 milioni di euro richiesti da Invitalia per avviare la produzione. In aiuto a Grifa, quindi, dovrebbe arrivare il Banco di Rio de Janeiro, fondo di investimenti brasiliano che apporterà un aumento di capitale di 75 milioni di euro alla società."
"Ieri, durante il vertice, il viceministro de Vincenti ha informato i sindacati di avere ricevuto la lettera ufficiale del Banco in cui si impegna a ricapitalizzare Grifa. Un documento che ha rasserenato gli animi ma che, di fatto, cambia poco o nulla rispetto a quanto detto nelle ultime settimane, ovvero che l'intervento finanziario del Banco di Rio de Janeiro arriverà, ma solo una volta firmato il Patto di servizio con Invitalia, documento che dà il via libera all'ingresso di Grifa a Termini Imerese."

Sul piano della produzione poi i problemi si vedono subito dato che la costruzione di automobili nell'ex stabilimento fiat dovrebbe ricominciare nella seconda metà del 2016 (quindi, tutto il 2015 sarebbe di cassa integrazione!) per partire alla fine entro il 2018!

Comunque, anche se Grifa e Banco di Rio i 100 milioni li trovano, rimane il grosso problema, oggi più di ieri, dei 240 milioni che la Regione, in pieno disastro finanziario, si è impegnata ad investire.

L'operazione si dovrebbe in ogni caso chiudere entro il 31 dicembre per permettere la cessione di ramo d'azienda e "salvare" i 760 operai Fiat, mentre a quanto pare è stato accantonato per il momento il problema degli operai dell'indotto.

Ancora una volta, la vera soluzione del problema dello stabilimento Fiat di Termini può essere solo nelle mani degli operai.

mercoledì 5 novembre 2014

Arrivano le lettere di licenziamento, gli operai occupano la fabbrica...

- Nonostante il percorso indicato nel verbale di incontro firmato al Ministero dello Sviluppo Economico, ad oggi non ci sono le certezze indicate nel verbale sul percorso tracciato

- nessuna informazione è ancora pervenuta sull'accordo di programma

- preoccupanti notizie riportate dalla stampa sulla solidità proprietaria e finanziaria della società Grifa

- Gli impegni presi il 14 agosto a Termini Imerese dal Presidente del Consiglio ad oggi non si sono realizzati

"Al termine di una assemblea partecipata, tenuta ieri dalle lavoratrici e i lavoratori degli stabilimenti Fiat e dell'indotto di Termini Imerese, è partita la protesta per ottenere chiarezza sul futuro industriale e occupazionale dell'area. Insieme alle maestranze i segretari territoriali di Fiom, Fim e Uilm si sono fermati nello stabilimento per tutta la notte scorsa e questa mattina è in corso un'assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento". Lo riferisce in una nota Michele De Palma, coordinatore nazionale Fiom-Cgil del settore automotive.

"La ragione della mobilitazione - aggiunge De Palma - è l'aumentare delle incertezze sul futuro occupazionale. Nonostante il percorso indicato nel verbale di incontro firmato al Ministero dello Sviluppo Economico, ad oggi non ci sono le certezze indicate nel verbale sul percorso tracciato".

Mentre la direzione aziendale della Fiat ha aperto la procedura di mobilità per tutti i lavoratori già il 14 ottobre, nessuna informazione è ancora pervenuta sull'accordo di programma, "e ancora più grave - prosegue il coordinatore della Fiom Cgil - nonostante le richieste di chiarimento avanzate dalla Fiom alla società Grifa, al Governo e a Invitalia, sulle preoccupanti notizie riportate dalla stampa sulla solidità proprietaria e finanziaria della società Grifa. A distanza di settimane da una lettera inviata non è giunta alcuna risposta ma solo comunicati stampa e la convocazione di un incontro tecnico previsto per il 10 novembre presso il Mise".

"Gli impegni presi il 14 agosto a Termini Imerese dal Presidente del Consiglio ad oggi non si sono realizzati - conclude De Palma - mentre mancano sempre meno settimane al licenziamento di tutti i lavoratori. Chiediamo la convocazione urgente del tavolo generale utile a raggiungere un accordo per la ricollocazione di tutti i lavoratori Termini Imerese". 
da Rassegna.it