martedì 19 agosto 2014

L'auto tra la minaccia russa e la speranza cinese... per Termini Imerese o per Torino?


Il blocco delle importazioni di veicoli paventato da Putin sarebbe un guaio soprattutto per Maserati, ma l'asiatica Brilliance può sbarcare a Torino rilanciando l'ex stabilimento De Tomaso


Allarme e speranza: Torino si rispecchia nella crisi mondiale e risente con 
maggiore immediatezza di un tempo dei contraccolpi di quanto accade a decine 
di migliaia di chilometri. E' il rovescio di una medaglia, quella della 
globalizzazione dei mercati, che finora ha consentito allo stabilimento 
Maserati di Grugliasco di viaggiare con il vento in poppa nonostante la 
crisi che blocca i consumi in Italia e tiene sostanzialmente chiuse le 
vicine Carrozzerie di Mirafiori. Perché nei concessionari della Penisola 
finisce solo il 5 per cento delle vetture che ogni giorno escono dallo 
stabilimento di corso Allamano. Il restante 95 per cento va a raggiungere 
punti vendita molto lontani. E i progetti di sviluppo non possono che fare 
conto sui mercati emergenti, come quello russo.

Per questa ragione le indiscrezioni che filtrano in queste ore da Mosca 
potrebbero avere ripercussioni alla Maserati e, in prospettiva, anche a 
Mirafiori. La minaccia russa di estendere all'auto il blocco delle 
importazioni dall'Occidente come ritorsione per l'analoga misura presa nei 
confronti dei prodotti russi in seguito alla crisi Ucraina, potrebbe far 
scendere la produzione prevista nei due stabilimenti torinesi del polo del 
lusso. Due anni fa, in un'intervista con l'Ansa, l'allora direttore di 
Maserati Europa Giulio Pastore prevedeva "di passare da 60 a 3.000 auto 
vendute in Russia nel 2015". E aggiungeva che di questo notevole incremento 
una buona fetta sarebbe stata legata "all'uscita sul mercato del nuovo Suv", 
che come prototipo si chiamava Kubang e come auto su strada si chiamerà 
Levante. Il fuoristrada del tridente, si sa, dovrebbe essere realizzato a 
Mirafiori e proprio in queste settimane, assicurano i vertici Fiat, si 
dovrebbero vedere i primi allestimenti delle linee. Che effetto avrà lo stop 
alle importazioni in Russia? Certamente limitato sul totale delle vendite 
attese ma non indifferente se rimangono confermate le previsioni di due anni 
fa.

Per una nuvola che si addensa all'orizzonte dell'automotive torinese, uno 
spiraglio potrebbe aprirsi. La recente visita di Matteo Renzi a Termini 
Imerese potrebbe avere indirette consegue anche sulla produzione di Torino. 
Il premier ha parlato dei contatti avuti con la Brilliance, la casa 
automobilistica cinese che produce in concessione le Bmw Serie 3 e Serie 5. 
"La Brilliance  ha detto Renzi  è un contatto che ho preso nel mio recente 
viaggio in Cina. Loro hanno messo nero su bianco la volontà di realizzare 
auto in Italia. Va verificato però se hanno voglia di costruire automobili a 
Termini Imerese". I problemi logistici dello stabilimento siciliano sono 
noti e sono alla base della decisione del Lingotto di chiudere una fabbrica 
che pure aveva goduto nei decenni del giudizio positivo dei vertici della 
Fiat.

Se anche i cinesi di Brilliance dovessero giudicare difficili da risolvere i 
problemi logistici di Termini Imerese, ecco che la candidatura naturale per 
offrire loro uno stabilimento produttivo è quella di Torino. Dove hanno sede 
molte aziende dell'indotto che già lavorano per Bmw e dove c'è uno storico 
partner della casa bavarese, Pininfarina. L'ipotesi di uno sbarco torinese 
di Bmw, portata avanti dall'ex assessore regionale Claudia Porchietto e 
rapidamente tramontata al termine della campagna elettorale, potrebbe 
tornare sotto altra forma se Brilliance decidesse di scegliere la capitale 
italiana dell'auto come sede di quello stabilimento nella Penisola che si è 
impegnata a realizzare "nero su bianco", con il premier Matteo Renzi. E' 
evidente che in quel caso il pensiero andrebbe all'ex stabilimento 
Pininfarina di Grugliasco, da anni inattivo dopo il fallimento dell'ipotesi 
De Tomaso e ora in attesa delle mosse del fondo lussemburghese Lotus. E' 
certamente rischioso seminare altre illusioni per il migliaio di dipendenti 
De Tomaso che ancora attendono una soluzione. Ma se ottenessero il placet 
dei clienti tedeschi di Bmw i cinesi di Brilliance potrebbero trovare nello 
stabilimento grugliaschese una risposta alle loro esigenze di insediamento 
in Europa.

venerdì 8 agosto 2014

Fiat Termini, cinesi interessati a investire Visita di Renzi in fabbrica dopo Ferragosto

Fiat Termini, cinesi interessati a investire
Visita di Renzi in fabbrica dopo Ferragosto



PALERMO. Matteo Renzi dovrebbe recarsi alla Fiat di Termini Imerese dopo ferragosto. Lo si apprende da fonti di Invitalia, l'agenzia tecnica del ministero dello Sviluppo economico. Secondo indiscrezioni il premier, in occasione della sua missione in Oriente, avrebbe avviato contatti con una casa automobilistica cinese, legata alla Bmw, che potrebbe essere interessata a investire, a Termini, dove la Fiat ha chiuso la nel 2012 collocando gli operai in cassa integrazione in deroga fino al 31 dicembre prossimo. Finora le proposte per il rilancio del polo industriale termitano al vaglio di Invitalia, sono tre: quella di Grifa (Gruppo italiano fabbrica), interessata a produrre auto ibride ed elettriche con un investimento di 350 milioni di euro; quella di Mossi & Ghidolfi, che intende costruire una raffineria per la produzione di biodiesel di seconda generazione. In ultimo c'è la proposta di Landi Renzo, società specializzata nella produzione dei componenti e sistemi di alimentazione a miscelatore e a iniezione per motori a gpl e metano, che punta a costruire un impianto per la riconversione di autobus pubblici.

http://www.gds.it/gds/sezioni/economia/dettaglio/articolo/gdsid/366494/