domenica 28 dicembre 2014

Accordo raggiunto per la Fiat Termini Imerese: un'altra "nazionalizzazione a tempo" per i profitti privati

Feste di fine anno diverse per gli operai dello stabilimento ex Fiat (adesso si può dire?) di Termini Imerese? Sicuro, almeno per una cosa: a fronte di un prossimo licenziamento avranno ancora 4 anni di cassa integrazione; i primi due anni di cassa per ristrutturazione scattano subito dal 1° gennaio 2015! Per quanto riguarda invece il futuro industriale è tutto da vedere nonostante le chiacchiere del Ministro Guidi e del solito twitter stupidamente trionfalistico di Renzi! 

L'accordo firmato  la notte di Natale presso il Ministero dello Sviluppo economicotra Fca, Metec e le delegazioni di Fim, Fiom, Uilm e Ugl è stato fatto in fretta e furia per evitare appunto che il 31 dicembre scattasse definitivamente il licenziamento dei 760 operai Fiat, come ricorda il ministro Guidi (e riapre la partita per gli oltre 200 dell'indotto) a causa dell'esaurimento degli ammortizzatori sociali, compresa la cassa in deroga che viene di fatto abolita dal 1° gennaio. Firmato anche per evitare che per la rabbia operaia le feste potessero andare di traverso a politici e sindacalisti!

E passiamo adesso al «piano industriale» come è stato illustrato dal Sole24Ore del 24 dicembre che nel titolo prova ad essere molto ottimista questa volta forse perché conosce bene gli attori in gioco, dice infatti : «A Termini Imerese... Scatta l'era dell'auto ibrida». Vediamo di che si tratta:

1. La nuova azienda «madre» del padrone Roberto Ginatta si chiama Metec che ha creato una nuova azienda «figlia», che all'inglese chiamano newco, che si chiama Blutec con un capitale di 25 milioni (quanto ne metteva la Grifa!) che subentra alla Fiat con la procedura del trasferimento di ramo d'azienda ex art. 47 della Legge 428/90.

2. La cifra complessiva dell'investimento è di circa 300 milioni quasi tutti della Regione Siciliana e dello Stato tramite il Ministero dello Sviluppo Economico. Quindi anche qui come per altre aziende stiamo assistendo ad una nazionalizzazione a tempo! Risanare e far ripartire con soldi pubblici per far fare profitti ai privati!

3. La Blutec da un lato dovrebbe cominciare a produrre componentistica auto, con un investimento di 96, milioni; dall'altro produzione di auto ibride su due segmenti, Ab da 1.300 di cilindrata e Cd da 1.800, destinati a uscire dalla fabbrica rispettivamente nel primo e nel secondo semestre del 2018.
Le prime 200 persone dovrebbero diventare operative nel 2016, nel 2017 si salirà a 400, per arrivare a regime a 800 entro fine 2018!!! Ciascuna delle due attività saturerà 800 dipendenti. In prima fila ci sono i 766 ex addetti di Fiat e Magneti Marelli.

4. La Fiat darà il Tfr e, pur di liberarsi di questi operai, ha messo sul piatto anche una mobilità volontaria per 130 unità, con un incentivo di 40mila euro. «L'intento è quello di liberare posizioni, così da attingere per le nuove assunzioni dal bacino di quello che era l'indotto Fiat. Ma i sindacati dicono che gli operai interessati non sarebbero più di 50!»

A parte la questione dei soldi (che in genere è quella sostanziale) e dei tempi lunghi i dubbi su questa operazione e su questo «piano industriale» restano tutti anche se ammettessimo la buona fede: questa azienda è legata a doppio filo agli Agnelli e alla Fiat (ora Chrysler) nel mondo; produce componentistica per auto nei suoi stabilimenti di Italia, Polonia e Brasile... di fatto attaccati a quelli della Fiat; da quanto si sa non ha mai prodotto auto ibride! Settore dal quale nella sostanza è fuori la Fiat/Chrysler. Quindi potrebbe essere un trucco alla Marchionne, il fascista padronale, per provare da un lato a vendicarsi del mancato accordo con Cuffaro da 300 milioni di euro prima della decisione della chiusura e dall'altro di cominciare a sperimentare la produzione di questo settore proprio con quei soldi pubblici!

giovedì 18 dicembre 2014

la Grifa fallisce prima di cominciare... "cinque anni di bluff"... e ora arriva una "nuova" azienda…

Così titola la repubblica di Palermo di oggi, mentre il Sole 24 ore parla di "ultima spiaggia" e qualche altro di "ore decisive"… ma oramai hanno quasi tutti il tono della presa in giro, perché che questa "vertenza" si sia trasformata in barzelletta lo hanno capito quasi tutti… tranne forse i sindacalisti che, ancora una volta, si sono detti prima delusi, poi meravigliati e poi come sempre speranzosi…

Mentre gli operai si preparano ad un sit-in venerdì 19, davanti lo stabilimento di Termini Imerese, in concomitanza con il nuovo incontro previsto al Mise, durante il quale l'azienda dovrebbe presentare il piano industriale, proviamo a fare il punto su questa ennesima nuova proposta avanzata dal Ministero dello Sviluppo (?) Economico.

Nell'incontro previsto per martedì scorso il ministro dello Sviluppo Economico De Vincenti ha annunciato "a sorpresa" che la Grifa non era più della partita e che adesso, ci ricorda il Sole24Ore di ieri: "Il nuovo cavaliere bianco per Termini Imerese si chiama Metec... È invece uscita completamente di scena, per "mancata capitalizzazione" la proposta di Grifa il cui piano industriale prevedeva la produzione di auto ibride nel sito che fa tuttora capo alla Fiat; sparito anche il fantomatico finanziatore brasiliano (Banco Brj)." E qui, tutti coloro che avevano dato per certo l'accordo, a cominciare dal nuovo segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, che aveva parlato di "'accordo innovativo' e di 'un progetto vero e solido dal punto di vista finanziario che salvaguarda l'occupazione, pure nell'indotto." (che profonda lungimiranza!) dovrebbero chiedere scusa e nascondersi per sempre! E invece...

La Metec "è la holding di un gruppo che produce componenti auto con attività in Italia, Polonia e Brasile; il bilancio 2013 si è chiuso con 270 milioni di euro di fatturato consolidato, un utile di 6 milioni e un patrimonio netto a fine anno di 58 milioni. De Vincenti ha definito la sua solidità industriale "fuori discussione". (!) La più nota fra le controllate di Metec è la carrozzeria Stola; oltre metà del fatturato deriva dalla Stola do Brasil."

"In una conversazione con il Sole24Ore, Ginatta, l'amministratore delegato di questa azienda, "67 anni, è amico di lunga data della famiglia Agnelli (era con loro in tribuna a vedere la Juventus ai tempi dell'Avvocato) e ha in passato rilavato varie aziende dal gruppo Fiat";  si dice "molto ottimista" sull'operazione ma avverte che "abbiamo ricevuto due ore fa la bozza di contratto per la cessione di ramo d'azienda, e i tempi sono strettissimi". Non è detto, dunque, che l'operazione vada in porto; anche l'ammontare degli investimenti complessivi previsti non è definito, ma sarà comunque inferiore ai 100 milioni del progetto Grifa."

I soldi, come si sa, dovrebbe metterli la regione Sicilia che ieri "ha approvato l'accordo di programma (ma quante volte lo approva questo programma!?) che prevede complessivamente 140 milioni di euro di finanziamento per i futuri investimenti e contratti di sviluppo; ad essi si aggiungeranno da un lato i fondi che verranno messi a disposizione dal ministero dello Sviluppo Economico, dall'altro i 150 milioni della stessa Regione destinati al miglioramento delle infrastrutture." Non solo per lo stabilimento Fiat quindi, ma per tutta l'area industriale di Termini! Quindi potrebbero non bastare!
"Il contratto approvato ieri in Regione – ricorda Linda Vancheri, assessore (si fa per dire!) alle Attività produttive – copre, oltre che l'impianto ex Fiat di Termini Imerese, anche un a parte dell'indotto; si tratta di un accordo "open", ovvero resta valido anche dopo il cambio di cavallo avvenuto ieri in corsa tra Grifa e Metec."



Sulla "solidità finanziaria" sembra questa volta che nessuno abbia dubbi. Sarà la volta buona, allora? Chissà. Intanto i dubbi, come si è visto, ci sono: se si tratta di componentistica per esempio è chiaro che ci vuole tempo per riorganizzare la fabbrica e quindi i pochi mesi per ripartire di cui parla la Metec non sono credibili. Mentre se si tratta di produrre auto elettriche o ibride i problemi potrebbero essere ancora maggiori, mentre la cosa più "semplice" sarebbe quella di assemblare auto.

giovedì 11 dicembre 2014

Termini Imerese: fumata nera a Mise, martedì nome nuovo investitore

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/12/11/news/termini_imerese_fumata_nera_a_mise_marted_nome_nuovo_investitore-102672306/

Fumata nera al tavolo su Termini Imerese convocato per oggi pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico. Il governo, spiegano fonti sindacali al termine dell'incontro, non ha rivelato il nome della società che dovrà finanziare con 25 milioni di euro il progetto su Termini Imerese assieme a Grifa, gruppo già impegnato nel processo di reindustrializzazione dell'area di Termini. Il nome infatti, aggiungono le stesse fonti, sarà annunciato martedì prossimo in un nuovo incontro. 

"Il ministero dello Sviluppo economico ci ha informati, nell'incontro di stasera, di aver individuato un nuovo investitore per Termini Imerese, che entrerebbe in Grifa (società impegnata nel progetto di reindustrializzazione) per effettuare le operazioni di capitalizzazioni richieste", dicono Gianluca Ficco della Uilm nazionale e Vincenzo Comella, segretario Uilm di Palermo.  "A detta del ministero il nuovo investitore dovrebbe essere un produttore di componentistica italiano, che sarà presentato ufficialmente martedì. Invitalia dovrà a quel punto ammettere Grifa al Contratto di sviluppo, attestando la solidità finanziaria e industriale del piano".

"Inoltre - proseguono i due sindacalisti - la Regione Sicilia e il ministero stesso hanno definito l'Accordo di programma, che dovrà essere materialmente firmato la settimana prossima, al fine di sostenere il piano di reindustrializzazione e di prevedere strumenti utili ai lavoratori dell'indotto. Naturalmente aspettiamo di conoscere il nuovo investitore prima di poterci esprimere, ma il tempo stringe e il governo deve fornirci garanzie anche attraverso Invitalia".

martedì 9 dicembre 2014

Fiat Termini Imerese: la "sorte appesa a un filo". 11 dicembre prossimo incontro e da Grifa ancora nessuna certezza

Giovedì 11 i sindacati sono stati convocati al ministero dello Sviluppo e il tempo stringe: i 760 lavoratori attualmente ancora a libro paga Fiat, tutti in cassa in deroga, (indotto escluso, altri 200 operai circa) verranno messi in mobilità se il ramo d'azienda non dovesse essere trasferito a Grifa entro il 31 dicembre.

Ma la Grifa non ha ancora dato nessuna certezza sui fondi che si è impegnata ad investire per subentrare nella produzione dello stabilimento di Termini Imerese.

"Grifa dovrebbe dimostrare la disponibilità di fondi per 25 milioni di euro, - ci ricorda il Sole 24 Ore di oggi - mentre altri 75 dovrebbero in teoria arrivare da una banca brasiliana. I fondi sono il presupposto necessario per assicurare la validità del progetto e per ottenere i finanziamenti pubblici al piano di rilancio, che prevede la produzione di piccole auto a propulsione ibrida. Dopo sei mesi di trattative, però, né i fondi promessi da Grifa né quelli brasiliani si sono materializzati."

Mentre l'affermazione del governo, che ha più volte garantito sulla solidità della cordata Grifa, che starebbe ora «lavorando al rafforzamento della compagine societaria», ovvero cercando nuovi soci finanziatori per l'impresa aggiunge confusione e insicurezza alla vicenda.


"Nessun accordo sulla cessione di ramo d’azienda finché non ci saranno garanzie su Grifa, non vogliamo ritrovarci il 31 dicembre licenziati dalla Fiat e in mano a un’azienda che non ha le gambe per camminare”, dichiarano i sindacati confederali. I giorni volano e i sindacalisti sono ancora lì che fanno incontri che non portano soluzioni e soprattutto sembra non abbiano nessuna intenzione di mobilitare davvero le forze necessarie per provare a dare una vera svolta a questa lunghissima vertenza, cosa che potrebbero fare direttamente gli operai se questa vertenza la prendessero nelle proprie mani.

sabato 6 dicembre 2014

GRIFA: ANCORA NESSUNA CERTEZZA

dall'ANSA - 3 dicembre 2014

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Termini, da Grifa ancora nessuna certezza. I sindacati pronti a bloccare il trasferimento
Mancano all'appello i 25 milioni di euro necessari per l'aumento di capitale. La Fiom: "Invitalia certifichi la solidità del gruppo"

03 dicembre 2014

Termini, da Grifa ancora nessuna certezza. I sindacati pronti a bloccare il trasferimento
(ansa)
"Nessun accordo sulla cessione di ramo d’azienda finché non ci saranno garanzie su Grifa, non vogliamo ritrovarci il 31 dicembre licenziati dalla Fiat e in mano a un’azienda che non ha le gambe per camminare”. I sindacati sono pronti a bloccare il trasferimento a Grifa dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, e dei suoi 760 dipendenti, finché non ci saranno garanzie sulla solidità economica dell’azienda. Una garanzia che continua a non arrivare. La startup guidata dal settantenne Antonio Florenza non ha ancora fornito le rassicurazioni sull’effettiva esistenza di quei 25 milioni di euro che la società dichiara di possedere, ma solo come capitale e non come denaro vero e proprio. Soldi senza i quali non si può procedere con l’iter che porterà allo sbarco di Grifa in Sicilia: in mancanza dei 25 milioni, infatti, il fondo di investimenti brasiliano Banco di Rio de Janeiro non apporterà il promesso aumento di capitale dei 75 milioni di euro che servono a chiudere l’accordo e dare il via libera ai finanziamenti pubblici che ammontano a circa 240 milioni di euro.

Questa mattina i sindacati hanno incontrato a Roma i vertici di Grifa e i rappresentanti di Fiat, che la settimana scorsa ha avviato le procedure per il trasferimento di ramo d’azienda. Oggi però i sindacati hanno formalmente comunicato che non firmeranno alcun accordo di cessione finché non ci saranno garanzie vere non solo sui 25 milioni di euro, ma anche sulla sostenibilità del piano industriale di Grifa. Quello che temono, infatti, è di essere licenziati da Fiat il 31 dicembre e ritrovarsi dentro a un’azienda che potrebbe non partire mai. E il fatto che oggi Grifa, stando alle ricostruzioni dei sindacati, non abbia reagito in alcun modo o fornito risposte non lascia ben sperare.

“Ad oggi, Grifa non risulta avere la necessaria capitalizzazione per sostenere il piano di reindustrializzazione e rioccupazione di tutte le maestranze - spiegano Michele De Palma della Fiom nazionale e Roberto Mastrosimone della Fiom Sicilia – pertanto abbiamo consegnato una lettera con cui comunichiamo l’indisponibilità a ratificare la cessione di ramo d’azienda senza la certezza che Grifa sia in condizioni di produrre. Quello che chiediamo è un intervento urgente del governo che, attraverso Invitalia, certifichi la solidità del nuovo soggetto imprenditoriale. Nel caso non ci fossero garanzie economiche serie da qui al 31 dicembre, il governo dovrà intervenire per bloccare i licenziamenti di Fiat e prolungare gli ammortizzatori sociali finché non si troverà una soluzione”. 


"Il confronto sul trasferimento d'azienda da Fiat a Grifa dovrà proseguire presso il ministero dello Sviluppo economico - affermano Gianluca Ficco della Uilm nazionale e Vincenzo Comella della Uilm Sicilia - per poter proseguire utilmente la discussione, Grifa dovrà completare le operazioni di capitalizzazione secondo quanto stabilito al dicastero dello Sviluppo economico e il ministero stesso dovrà farsi garante della sostenibilità del piano di reindustrializzazione".

lunedì 1 dicembre 2014

"In Sicilia sta per esplodere una bomba sociale". Finiti i soldi per la cassa in deroga, colpiti pure gli operai Fiat e Keller…

Alle chiacchiere di Renzi si contrappongono i risultati reali dell'azione del suo governo che riguardano lavoratrici e lavoratori in tutte le Regioni. Per migliaia sono già finiti i soldi della cassa in deroga. In Sicilia in particolare la situazione è ancora peggio… e il neo assessore al lavoro "fa appello al ministro Poletti per risolvere l'emergenza esplosa dopo lo stop alla cassa integrazione per gli esuberi della formazione e l'interruzione della mobilità in deroga per chi ha già sfruttato altri ammortizzatori sociali." Come riporta il Giornale di Sicilia di ieri. Si tratta di "Tutte misure di rigore varate a Roma che alla Regione sono state comunicate nel breve volgere di qualche settimana. Al punto da far trovare il sistema pubblico impreparato."
Che il "sistema Sicilia", comunque, sia "impreparato" non è una novità! E, infatti, il neo assessore mette subito le mani avanti: "In questa materia la Regione non ha praticamente competenze. Noi siamo coordinatori e attuatori di norme nazionali. E anche per questo motivo è ancora più chiaro che la Regione non può farcela da sola. È lo Stato che deve mettere le risorse".  E ancora: "Noi stiamo mettendo ordine nei nostri problemi e lo Stato ha già detto di avere fiducia in noi. Ma se nel frattempo lascia che scoppi una tale bomba sociale, è la fine."

Questa drammaticità del problema dipende dal fatto che la situazione è diventata davvero terribile: "Da venerdì si è aperta una falla: chi ha già usufruito di cassa integrazione, Aspi (indennità di disoccupazione), miniAspi o disoccupazione agricola non può ricevere la mobilità in deroga, una sorta di ammortizzatore sociale che prolunga da 12 a 36 mesi il paracadute scaduto." E "Secondo Michele Pagliaro della Cgil, almeno 30 mila persone perderanno l'assegno in questi giorni: dagli ex operai Fiat a quelli dell'indotto fino quelli della Keller."

mercoledì 26 novembre 2014

Grifa: causa contro la banca brasiliana e ancora mancate garanzie...

Nemmeno la riunione presso il ministero dello Sviluppo economico di ieri è riuscita a dare garanzie agli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese sul loro futuro, anzi.
La cosa più importante, per la cessione di ramo d'azienda, era la solidità finanziaria della Grifa che non è ancora stata garantita.
Forse al ministero fanno finta di niente o stanno procedendo per dare una risposta qualsiasi agli operai, come la prosecuzione in qualsiasi modo della cassa integrazione in deroga anche per il prossimo anno.
Forse al ministero fanno finta di non sapere, come ci ricorda il Sole 24 Ore del 14 novembre, che "Il Banco Brj, citato dalla cordata italiana Grifa come principale finanziatore dell'offerta per la fabbrica Fiat di Termini Imerese, ha una causa civile pendente in Italia." E la cosa sembra piuttosto complicata. Nella sostanza "La banca brasiliana è stata citata per danni, nell'ottobre del 2013, da un gruppo di piccoli azionisti della Centrale Finanziaria Generale (Cfg); il Brj si era offerto a fine 2012 di acquistare le loro azioni ma aveva poi fatto marcia indietro all'ultimo momento, lasciandoli a bocca asciutta." Il quotidiano dei padroni entra poi nel merito e chi ha voglia di andare a vedere  si colleghi a questo indirizzo [http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-11-20/quella-causa-contro-brasiliani-termini-063844.shtml?uuid=ABg1m0FC] e chiude con il "Risultato: cinque dei soci di minoranza hanno depositato un anno fa presso il Tribunale delle imprese di Milano una richiesta di risarcimento citando per danni la Sigi, il Banco Brj e la stessa Centrale Finanziaria Generale (i soci di minoranza hanno poi ceduto le loro azioni al gruppo Toti per una somma nettamente inferiore)", e poi con l'interrogativo "Brj torna adesso alla carica, a Termini Imerese, con un'operazione dal valore in teoria molto superiore: secondo la cordata Grifa i brasiliani dovrebbero contribuire con un investimento di 75 milioni di euro. Stavolta i fondi arriveranno davvero?"

I sindacati, soprattutto la Fiom, adesso continuano a dire che non si fidano e che non firmeranno accordi senza garanzie, ma intanto fino a questo momento si sono fidati delle rassicurazioni del ministero e del governo, e soprattutto, visto la fine dell'anno è molto vicina non si vede la mobilitazione necessaria che possa dare una vera risposta alla vertenza che dura anni!
Per noi è sempre più chiaro che la questione cambierà davvero aspetto se gli  operai entreranno in campo con tutta la loro forza e determinazione non lasciando nelle mani altrui il loro destino!

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Dopo-Fiat, parte la cessione a Grifa
Sindacati scettici: "Non ci fidiamo"

Nonostante i dubbi sulla solidità economica di Grifa siano tutt'altro che sciolti, la Fiat avvia il procedimento di cessione di ramo dì'azienda che, da qui a un mese, trasferirà lo stabilimento e i suoi 760 operai nelle mani della start-up nata meno di un anno fa. La comunicazione è giunta durante un vertice al ministero dello Sviluppo economico tra i dirigenti Fiat e i sindacati, riuniti per discutere degli incentivi alla mobilità à volontaria che riguarderà le duecento tute blu che sceglieranno di andare via in cambio di un contributo economico.
Un percorso che, a oggi, sembra un salto nel vuoto. La società non ha ancora fornito rassicurazioni sulla propria capacità finanziaria, in particolare sui 25 milioni di euro richiesti da Invitalia per avviare la produzione e dare il via libera ai 75 milioni che dovrebbero arrivare dal Banco di Rio de Janeiro, il fondo d'investimenti brasiliano partner di Grifa, e soprattutto ai 240 milioni di finanziamenti pubblici. Soldi che Grifa sostiene di avere, ma solo come capktale derivante dal valore di lacune proprietà, e non come denaro liquido.
Così, mentre il ministero assicura che la tabella di marcia è rispettata, i sindacati restano perplessi. "La cessione di ramo d'azienda _ sostiene Roberto Mastrosimone, segretario della Fiom siciliana – è un'arma a doppio taglio: può essere un segnale di garanzia sullo stato finanziario di Grifa, ma potrebbe anche rivelarsi il modo con cui Fiat si libera definitivamente della questione Termini Imerese".
Gli operai temono di ritrovarsi il 1° gennaio licenziati dalla Fiat e dentro un nuovo percorso produttivo che è un'incognita. "Non usciremo dal circuito Fiat – avverte Mastrosimone – senza avere la certezza che Grifa abbia le gambe per camminare". "Senza l'ok di Invitalia alla solidità finanziaria di Grifa e al piano del gruppo per Termini Imerese – concorda il segretario provinciale Uilm, Vincenzo Comella – non firmiamo alcun intesa". Mentre il segretario nazionale Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, sottolinea che "è indispensabile nel mese di dicembre operare per una conclusione positiva di tutta l'operazione di reindustrializzazione".

La Repubblica Palermo


25/11/04

mercoledì 19 novembre 2014

ancora una fumata nera dall'incontro al ministero

Si sono svolti nella giornata di oggi [ieri, ndr], nella sede del ministero dello Sviluppo economico, gli incontri per ottenere le garanzie industriali e occupazionali per i lavoratori degli stabilimenti Fiat e Pcma Magneti Marelli di Termini Imerese insieme a tutto l'indotto.


"In mattinata – racconta Michele De Palma, coordinatore nazionale Fiom del settore automotive –, unitamente alle altre organizzazioni sindacali dei metalmeccanici, abbiamo partecipato al tavolo coordinato dal Mise, con il management della società Grifa. La direzione aziendale ha spiegato intenzioni e tempistica del processo di acquisizione, ma, ad oggi, possiamo affermare che per la Fiom mancano ancora i presupposti fattivi utili al trasferimento di ramo d'azienda dalla Fiat alla Grifa. Il presupposto del trasferimento è la solidità proprietaria e finanziaria della società cedente certificate da Invitalia e dal Mise".

"Abbiamo ribadito – continua De Palma – che senza questo presupposto non ci può essere trasferimento. Inoltre, l'obiettivo della ricollocazione di tutte le maestranze è l'ulteriore presupposto fissato negli accordi prercedentemente siglati per il compimento del percorso siglato presso il Mise. Alla società Grifa abbiamo fatto presente che le notizie di stampa, ove non smentite, nuociono al futuro industriale e produttivo e minano i presupposti per il raggiungimento di un accordo definitivo di reindustrializzazione dell'area. Inoltre, abbiamo posto l'attenzione sull'accordo di programma, di cui ad oggi non abbiamo riscontri dalla Regione Sicilia, utile alla ricollocazione di tutti i lavoratori, compresi quelli dell'indotto".

"Per quel che concerne il salario, che nel caso di perfezionamento dell'accordo dovessero passare a Grifa, le distanze sono enormi: la direzione aziendale chiede la cancellazione di nquadramento, anzianità e salario percepito dai lavoratori tre anni fa in Fiat. Per raggiungere un accordo, deve essere chiara la disponibilità della direzione aziendale a negoziare: un  prendere o lasciare sarebbe inaccettabile. Comunque l'incontro su questo punto è stato aggiornato a dopo il chiarimento sulla parte relativa agli assetti finanziari".

"Nel pomeriggio si è tenuto invece l'incontro con la direzione aziendale di Fiat, in cui la Fiom ha ribadito che la decisione dell'azienda di aprire le procedure di mobilità non risponde alla necessità di assumersi tutti le proprie responsabilità. Abbiamo chiarito che per quanto ci riguarda è un problema di tutte le parti sedute al tavolo il buon esito della ricollocazione di tutte le maestranze compreso l'indotto. Per permettere il raggiungimento degli obiettivi fissati nel verbale di incontro sottoscritto presso il Mise, la direzione aziendale della Fiat, ove si perfezionasse il trasferimento senza problemi, dovrà assicurare incentivi alla mobilità volontaria dei lavoratori ex Fiat per definire il perimetro che dovrà essere trasferito alla nuova società subentrante. Si è trattato, quindi, di un primo incontro, in cui le parti hanno messo sul tavolo le loro posizioni, aggiornandosi al 26 novembre per approfondire la discussione".

da rassegna.it

giovedì 13 novembre 2014

La Grifa i soldi non li ha. Per Termini Imerese un cavaliere senza fondi... continua la telenovela brasiliana

Dopo che nei mesi scorsi Il Sole 24 Ore aveva sostenuto con titoloni l'"operazione Grifa", con un articolo pubblicato oggi ritorna sul progetto di rilancio dello stabilimento Fiat di Termini Imerese con uno sfottò icastico. Il fatto è che si conferma tutta la fumosità sui fondi necessari che dovrebbero essere messi a disposizione da parte del Banco de Rio de Janeiro (Brj), guidato da un medium brasiliano, e che non avrebbe soldi.

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Per Termini Imerese un cavaliere senza fondi

Un medium brasiliano alla guida di una banca in difficoltà. Questo il cavaliere bianco che, insieme all'italiana Grifa, punterebbe a rilevare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese e vorrebbe rilanciare la produzione di automobili in Sicilia. Secondo i sindacati, il Banco de Rio de Janeiro avrebbe dato al ministero per lo Sviluppo Economico «tutte le garanzie» perché Grifa possa rilevare dalla Fiat lo stabilimento di Termini Imerese; e dallo stesso ministero sono arrivate in più occasioni rassicurazioni sulla solidità della cordata.
Grifa è una spa fondata nello scorso aprile, che non ha finora mai prodotto un'auto e che comprende un paio di ex dirigenti Fiat dell'era pre-Marchionne; si è offerta di rilevare lo stabilimento siciliano della Fiat, chiuso dal novembre 2011, per produrre auto ibride ed elettriche a partire dal 2016. Grifa investirebbe 100 milioni di euro, cui se ne dovrebbero aggiungere altri 250 di fondi pubblici. Dei 100 milioni promessi di Grifa, 25 sono il capitale sociale dell'azienda; gli altri 75 milioni dovrebbero arrivare appunto dal brasiliano Banco de Rio de Janeiro (Brj), guidato da Luiz Augusto de Queiroz.
Dopo l'incontro di lunedì al Mise, i rappresentanti sindacali hanno dichiarato che il sottosegretario Claudio De Vincenti «ha reso noto che è pervenuta al ministero la lettera dell'istituto di credito brasiliano». In realtà Marcello Gianferotti, procuratore del Brj basato in Svizzera, ribatte che «dal ministero e da Grifa non sono ancora arrivati tutti i chiarimenti che abbiamo chiesto». Mancano, in particolare, «garanzie sulla composizione del cda e sul fatto che i 25 milioni di Grifa siano soldi veri». «Se entro venerdì non avremo garanzie – conclude – lunedì l'investimento salta». Lunedì è previsto al Mise il prossimo incontro.
Di per sé il Brj – un piccolo istituto di credito immobiliare – non ha mezzi enormi. Secondo documenti consultati dal «Sole 24 Ore», a fine 2013 la banca aveva attività totali per 180 milioni di reais (meno di 60 milioni di euro); il valore del capitale sociale più riserve era di circa 7 milioni di euro, appena superiore - scrive la relazione di gestione - al limite minimo fissato dal Banco Central do Brasil. L'ammontare del presunto investimento in Italia, dunque, è superiore al totale dell'attivo della banca. Secondo Gianferotti «dopo la fusione con l'immobiliare Santa Carolina il patrimonio è salito a 386 milioni di reais», e compresi i fondi in gestione arriviamo a 1,5 miliardi – poco meno di 500 milioni di euro. Non solo. Nel loro rapporto stilato il 26 marzo 2014 i revisori della Audipec parlano di «situazione di ridotta liquidità» del Brj e di «necessità di realizzare un piano di recupero finanziario». Il Brj è una banca piccola, insomma, non priva di problemi, e che sembra in tutt'altre faccende affaccendata rispetto al presunto dossier italiano.
E il medium citato all'inizio? È lo stesso presidente della banca, Luiz Augusto de Queiroz, il quale non è solo un banchiere: presiede infatti a Rio de Janeiro l'Associazione Padre Pio, un'associazione «spiritualista olocentrica (sic) culturale e assistenziale», un'associazione che promuove una sorta di sincretismo religioso (tutt'altro che raro in Brasile); Queiroz vanterebbe, come riporta la rivista indipendente Istoé, anche doti di medium. Forse sono queste ad avergli permesso di individuare il business italiano.


http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-11-12/per-termini-imerese-cavaliere-senza-fondi-063928.shtml?uuid=ABNXdwCC

mercoledì 12 novembre 2014

Incontro Ministero-Grifa-Sindacati del 10 novembre, che cosa è cambiato?

I toni troppo ottimisti dei titoli di alcuni quotidiani, tranne quello di Repubblica, sull'incontro di ieri non corrispondono ai risultati.
Se è vero che l'occupazione simbolica dello stabilimento di Termini Imerese di qualche giorno fa da parte di una dozzina di operai, durata una sola notte, è servita ad accelerare i tempi degli incontri, non ha però cambiato niente, nella sostanza, rispetto agli incontri precedenti.
E, infatti, adesso anche il quotidiano più guardingo, dopo le sparate dei primi momenti su questa vertenza, appunto La Repubblica, dice che per Termini i soldi della Grifa sono ancora un giallo.
Perché il problema principale continua ad essere quello del reperimento dei fondi per far partire la produzione. Non si capisce quindi la fretta della Fiom ieri di diramare un comunicato in cui dava ad intendere che finalmente il progetto può partire.

"Il nodo fondamentale – ripete Repubblica - riguarda i 25 milioni di euro che Grifa deve mettere sul piatto per avviare il progetto. Soldi che la società dichiara di avere nel patrimonio sociale, ma che attualmente non si trova nella sua disponibilità come denaro liquido. Sostanzialmente, spiegano fonti ben informate, si tratterebbe di fondi legati alla società Energy Crotone 1, azienda fotovoltaica che possiede il cento per cento delle azioni di Grifa, ma che nel proprio capitale sociale dichiara una disponibilità di soli diecimila euro." Certo De Vincenti ha tenuto a rassicurare ancora una volta, ma questo dato non è ancora cambiato tanto che "non è stato ancora dato il via libera definitivo da parte di Invitalia, l'advisor incaricato dal ministero dello Sviluppo economico di verificare se la società ha le caratteristiche finanziarie per portare avanti il progetto."

La Grifa, dietro la quale ci sarebbe anche la Fiat che per realizzare le tre versioni previste di un'auto del segmento A, fornirebbe il pianale Panda, motori ecologici, costruiti con componenti della casa torinese, "assicura che entro lunedì prossimo, quando è in calendario il prossimo incontro al ministero, saranno trasformati [i 25 milioni annunciati] da meri crediti in vera liquidità."
"Denaro che però da solo non basta: per dare il via libera al piano bisogna raccogliere quei 100 milioni di euro richiesti da Invitalia per avviare la produzione. In aiuto a Grifa, quindi, dovrebbe arrivare il Banco di Rio de Janeiro, fondo di investimenti brasiliano che apporterà un aumento di capitale di 75 milioni di euro alla società."
"Ieri, durante il vertice, il viceministro de Vincenti ha informato i sindacati di avere ricevuto la lettera ufficiale del Banco in cui si impegna a ricapitalizzare Grifa. Un documento che ha rasserenato gli animi ma che, di fatto, cambia poco o nulla rispetto a quanto detto nelle ultime settimane, ovvero che l'intervento finanziario del Banco di Rio de Janeiro arriverà, ma solo una volta firmato il Patto di servizio con Invitalia, documento che dà il via libera all'ingresso di Grifa a Termini Imerese."

Sul piano della produzione poi i problemi si vedono subito dato che la costruzione di automobili nell'ex stabilimento fiat dovrebbe ricominciare nella seconda metà del 2016 (quindi, tutto il 2015 sarebbe di cassa integrazione!) per partire alla fine entro il 2018!

Comunque, anche se Grifa e Banco di Rio i 100 milioni li trovano, rimane il grosso problema, oggi più di ieri, dei 240 milioni che la Regione, in pieno disastro finanziario, si è impegnata ad investire.

L'operazione si dovrebbe in ogni caso chiudere entro il 31 dicembre per permettere la cessione di ramo d'azienda e "salvare" i 760 operai Fiat, mentre a quanto pare è stato accantonato per il momento il problema degli operai dell'indotto.

Ancora una volta, la vera soluzione del problema dello stabilimento Fiat di Termini può essere solo nelle mani degli operai.

mercoledì 5 novembre 2014

Arrivano le lettere di licenziamento, gli operai occupano la fabbrica...

- Nonostante il percorso indicato nel verbale di incontro firmato al Ministero dello Sviluppo Economico, ad oggi non ci sono le certezze indicate nel verbale sul percorso tracciato

- nessuna informazione è ancora pervenuta sull'accordo di programma

- preoccupanti notizie riportate dalla stampa sulla solidità proprietaria e finanziaria della società Grifa

- Gli impegni presi il 14 agosto a Termini Imerese dal Presidente del Consiglio ad oggi non si sono realizzati

"Al termine di una assemblea partecipata, tenuta ieri dalle lavoratrici e i lavoratori degli stabilimenti Fiat e dell'indotto di Termini Imerese, è partita la protesta per ottenere chiarezza sul futuro industriale e occupazionale dell'area. Insieme alle maestranze i segretari territoriali di Fiom, Fim e Uilm si sono fermati nello stabilimento per tutta la notte scorsa e questa mattina è in corso un'assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento". Lo riferisce in una nota Michele De Palma, coordinatore nazionale Fiom-Cgil del settore automotive.

"La ragione della mobilitazione - aggiunge De Palma - è l'aumentare delle incertezze sul futuro occupazionale. Nonostante il percorso indicato nel verbale di incontro firmato al Ministero dello Sviluppo Economico, ad oggi non ci sono le certezze indicate nel verbale sul percorso tracciato".

Mentre la direzione aziendale della Fiat ha aperto la procedura di mobilità per tutti i lavoratori già il 14 ottobre, nessuna informazione è ancora pervenuta sull'accordo di programma, "e ancora più grave - prosegue il coordinatore della Fiom Cgil - nonostante le richieste di chiarimento avanzate dalla Fiom alla società Grifa, al Governo e a Invitalia, sulle preoccupanti notizie riportate dalla stampa sulla solidità proprietaria e finanziaria della società Grifa. A distanza di settimane da una lettera inviata non è giunta alcuna risposta ma solo comunicati stampa e la convocazione di un incontro tecnico previsto per il 10 novembre presso il Mise".

"Gli impegni presi il 14 agosto a Termini Imerese dal Presidente del Consiglio ad oggi non si sono realizzati - conclude De Palma - mentre mancano sempre meno settimane al licenziamento di tutti i lavoratori. Chiediamo la convocazione urgente del tavolo generale utile a raggiungere un accordo per la ricollocazione di tutti i lavoratori Termini Imerese". 
da Rassegna.it 

sabato 18 ottobre 2014

Fiat-Grifa: troppi dubbi sull'operazione...

ancora dalla stampa borghese
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Il retroscena.
Dubbi e altre ombre sui salvatori di Termini

Si addensano altre nubi sul futuro dell'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, proprio quando si sperava in una definitiva schiarita. Da giorni si susseguono smentite ufficiali del fondo brasiliano indicato come principale finanziatore dell'operazione "rilancio" dai manager della Grifa, la società di ex manager del Lingotto che vorrebbe realizzare l'auto ibrida in Sicilia.
Il tutto mentre arriva la notizia del fallimento in Svizzera della Radiomarelli, che doveva impiantare a Termini pannelli fotovoltaici. I sindacati sono molto preoccupati e chiedono garanzie sul futuro dei lavoratori, considerando che al momento l'unica voce concreta è quella dell'avvio a fine ottobre dei licenziamenti dei lavoratori da parte della Fiat, che non può più ricorrere alla cassa integrazione.
Io dubbi si stanno addensando sul progetto presentato al ministero dello Sviluppo economico dalla Grifa. Al momento non si conoscono i finanziatori dell'operazione, che in gran parte prevede comunque l'utilizzo di fondi pubblici, 250 milioni sui 350 a base dell'iniziativa Grifa. L'unico nome trapelato dai manager della società era quello di un fondo brasiliano, Kbo, che mercoledì scorso ha smentito qualsiasi interessamento a Termini. Da qui le rassicurazioni di un manager della banca di Rio de Janeiro: "L'operazione d'investimento, se effettivamente deliberata nelle prossime settimane, verrà eseguita direttamente da un fondo ancora non dichiarato, per motivi di ovvia riservatezza – ha detto Marcello Gianferotti, procuratore generale del Banco Brj Sa – la Kbo Capital non è altro che una lodevole e ottima società di gestione fondi che, tra gli altri, gestisce buona parte dei fondi amministrati da Banco Brj Sa da me rappresentata oggi. Quindi l'operazione sarà posta in essere da un fondo brasiliano, amministrato e partecipato da banco Brj Sa, probabilmente gestito da Kbo o altro soggetto".
Il manager ribadisce quindi un legame tra la banca e il fondo brasiliano. Che ieri però ha smentito nuovamente: "Kbo Capital ribadisce che il Banco di Rio de Janerio SA non detiene alcuna partecipazione nel capitale di Kbo – si legge in una nota del fondo – pertanto nessun rappresentante di Banco Rio De Janerio SA, né tantomeno di Grifa, è autorizzato ad associare il nome di Kbo a quello della propria società".
Due smentite in due giorni sono un po' troppo e le tute blu di termini Imerese sono preoccupate. "E' evidente che occorre subito avere delle garanzie – dice Roberto Mastrosimone, segretario regionale della Fiom - anche perché la cassa integrazione finisce a dicembre". Questa è l'unica certezza.

La Repubblica Palermo
17/10/14

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La vertenza. Possibile un incontro con Grifa oggi al ministero. E la Regione "sosterrà" gli operai dell'indotto.
Ex Fiat, nuova smentita di Kbo "Nessun investimento a Termini"

È ancora tutta da chiarire la posizione della Grifa, azienda che vorrebbe subentrare alla Fiat nello stabilimento di imerese per produrre auto elettriche ed ibride. Le indiscrezioni dei giorni scorsi, che parlano di problematiche legate alla mancata ricapitalizzazione della stessa Grifa da parte del fondo brasiliano Kbo Capital, sono state confermate con un comunicato nel quale si legge: "In relazione ai recenti articoli pubblicati dai media e riguardanti il rilancio dello stabilimento industriale di Termini Imerese, Kbo Capital ribadisce che non ha alcun interesse a qualsiasi progetto riguardante l'impianto, e chiarisce che il Banco di Rio De Janeiro SA non detiene alcuna partecipazione nel capitale di Kbo Capital. Pertanto, nessun rappresentante di Banco Rio De Janeiro né tantomeno di Grifa spa, è autorizzato ad associare il nome di Kbo Capital a quello della propria società, né ha il diritto di parlare a nome di Kbo Capital".
La notizia, non ancora confermata né smentita dal ministero dello Sviluppo economico, ha gettato nello scoramento operai e loro famiglie. Pare che il ministero abbia convocato per oggi il gruppo Grifa, per chiarire la sua posizione. Intanto ieri i rappresentanti sindacali di Fim, Fiom e Uilm, con i delegati di fabbrica delle aziende dell'indotto Fiat e dei servizi e il sindaco Salvatore Burrafato, hanno incontrato a Palermo il presidente della Regione Rosario Crocetta.
"E' stata una lunga attesa – dice il primo cittadino -, ma non è stata vana. Con il presidente Crocetta abbiamo fato il punto sulla vicenda Grifa e sulle garanzie per i lavoratori dell'indotto diretto e indiretto. Su Grifa, dopo aver sentito direttamente il Mise, dobbiamo continuare a lavorare e ad approfondire. È una speranza. Molti sono ancora i nodi da sciogliere. In questa delicata fase non servono né proclami né polemiche. Continuano a chiedere coesione: bisogna stare, tutti insieme e nei rispettivi ruoli istituzionali, vicini ai lavoratori e fare tutto il possibile affinché la nostra fabbrica riapra i cancelli. Per i lavoratori dell'indotto diretto e indiretto abbiamo avviato un confronto serio con la Regione che passa per pieno coinvolgimento degli assessorati alle Attività produttive e al Lavoro. Soltanto con un impegno serio e forte potremo garantire (non con le parole, ma con i fatti) il sostegno al reddito per questi addetti per il periodo necessario".
Per il delegato di fabbrica della Bienne Sud, Michele Russo, "una piccola boccata d'ossigeno in attesa di soluzioni concrete. Ci auguriamo che il presidente della Regione mantenga l'impegno." Chiede una convocazione urgente al ministero con la Grifa il segretario della Uilm, Vincenzo Comella: "Gli animi tra gli operai sono tesi. Chiediamo di capire cosa bolle in pentola, così da poter rassicurare i lavoratori e le loro famiglie. Intanto, con il presidente Crocetta abbiamo intrapreso un percorso utile legato agli ammortizzatori sociali. Ci auguriamo di poter continuare con lo stesso spirito il cammino intrapreso".

Giornale di Sicilia

17/10/14
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La Repubblica
Ex Fiat, i misteri di Grifa. Salvataggio in alto mare
I dubbi sulla società chiamata a rilevare il posto della società torinese in Sicilia. Il fondo brasiliano smentisce un suo coinvolgimento

16 ottobre 2014
Ex Fiat, i misteri di Grifa. Salvataggio in alto mare
Sempre più misteri aleggiano intorno al salvataggio dell’ex Fiat di Termini Imerese per mano di Grifa, la società che dovrebbe prendere il posto della casa torinese in Sicilia. Dopo i dubbi sulla compagine societaria di Grifa - startup costituita sette mesi fa che non ha mai prodotto auto, controllata interamente da un’altra con sede a Bolzano che si occupa di energia verde, controllata a sua volta al 100 per cento da una società immobiliare milanese con al vertice un congolese - arriva adesso la smentita sul ruolo del fondo di investimenti brasiliano che avrebbe dovuto realizzare quell’aumento di capitale da 100 milioni di euro necessario a chiudere l’accordo e consentire a Grifa di partire con la produzione.

Due giorni fa, attraverso la stampa italiana, il fondo brasiliano Kbo Capital ha smentito le notizie diffuse nei giorni scorsi di una sua partecipazione all’operazione di salvataggio di Termini Imerese e ha dichiarato di non avere intenzione di investire sul sito, a qualsiasi titolo. A partecipare all’aumento di capitale, e quindi all’operazione Sicilfiat, sarà un altro fondo sempre partecipato dal Banco di Rio de Janeiro (Brj), che controlla anche Kbo Capital. "La società Kbo Capital, sulla quale si è fatto un gran parlare in questi giorni in merito all'operazione Grifa/Termini Imerese, non ha, ripeto non ha, nulla a che fare con l'operazione in questione - spiega Marcello Gianferotti, Procuratore generale del banco Brj che specifica invece come "l'operazione d'investimento, se infine effettivamente deliberata, nelle prossime settimane, verrà eseguita direttamente da un fondo ancora non dichiarato, per motivi di ovvia riservatezza, partecipato ed amministrato dal Banco Brj o chi per questa. La Kbo non ha né la struttura, né tantomeno l'intenzione, né la patrimonialità necessaria per eseguire tale operazione in proprio".


La preoccupazione che Grifa possa finire nell’elenco della miriade di progetti flop che dal 2011 a oggi hanno attraversato Termini Imerese è forte. “Vogliamo chiarimenti immediati sulla solidità di Grifa – dichiara Roberto Mastrosimone della Fiom siciliana – non possiamo permetterci che ricapiti quello che è successo in passato. Le procedure di mobilità da parte di Fiat per 760 operai sono già state aperte e se non andasse in porto nemmeno questa operazione finirebbero tutti licenziati a dicembre”. I sindacati hanno pertanto chiesto un incontro urgente al ministero dello Sviluppo economico e a Invitalia, che dovrebbe svolgersi i primi giorni della prossima settimana, nel quale Grifa dovrà fare luce sui tanti misteri che la avvolgono.

venerdì 17 ottobre 2014

Fiat-Grifa: La Kbo si defila... notizie negative dalla stampa di ieri

Lo stabilimento. L'azienda spiega che non sarà la Kbo brasiliana a versare i soldi. Il procuratore: "Un equivoco, sarà il Banco di rio de Janeiro"
Fiat di Termini, il finanziatore si defila
Grifa: "Ma i soldi del progetto ci sono"

A effettuare l'aumento del capitale sarà il Banco di Rio de Janeiro. Kbo Capital non è n fondo ma una società di gestione dei fondi, quindi non può compier l'operazione.

Il principale finanziatore ipotizzato negli ultimi mesi si sfila dall'investimento di Grifa per lo stabilimento ExFiat di Termini Imerese, ma l'azienda garantisce che non verranno meno i soldi per il progetto. La Kbo Capital, società di gestione fondi brasiliana smentisce di "avere sottoscritto un aumento di capitale per rilevare una quota di Grifa Spa." Il progetto per la realizzazione di vetture elettriche e ibride nell'ex stabilimento Fiat prevede l'utilizzo di 350 milioni, 250 sono finanziamenti pubblici, il resto verrà versato nella società da un fondo brasiliano che rileverebbe il 75 per cento delle quote e incrementerebbe il capitale che passerebbe dai 25 milioni attuali a 100 milioni. "Kbo Capital non ha mai rappresentato alcun interesse o volontà di investire in Grifa Spa a qualsiasi titolo – si legge in una nota -. Inoltre, Kbo Capital precisa di non aver conferito alcun incarico per la realizzazione di investimenti nel territorio italiano in relazione a questo progetto né ad altri". Ma Grifa garantisce che "l'operazione d'investimento, se infine effettivamente deliberata, verrà eseguita direttamente da un fondo ancora non dichiarato, per motivi di ovvia riservatezza, partecipato ed amministrato dal Banco di Rio de Janeiro". Insomma, se a finanziare l'aumento di capitale non sarà Kbo, dovrebbe comunque essere, secondo l'azienda, un fondo sempre collegato alla banca brasiliana, come conferma in una nota il suo procuratore legale, Marcello Gianferotti. "E' solo un equivoco – ha dichiarato-. A effettuare l'aumento del capitale sarà il Banco di Rio de Janeiro mediante un fondo di investimento partecipato e amministrato dalla banca.- Kbo non è un fondo ma una società di gestione dei fondi, quindi non può compire l'operazione".
Intanto, si è svolto un sit in ieri mattina davanti alla sede storica del Comune di Termini Imerese per chiedere il rinnovo degli ammortizzatori sociali in deroga e garanzie sul futuro occupazione. È la nuova protesta dei lavoratori dell'indotto Fiat e dei servizi che, al momento, sono esclusi dal piano della Grifa. "Il piano che è stato presentato al ministero dello Sviluppo Economico di fatto esclude parte dei lavoratori dell'indotto e dei servizi – ha affermato Michele Russo, "sindaco" degli operai e dipendente della Bienne Sud, azienda che si occupava della verniciatura dei paraurti della Lancia Ypsilon -. I patti non erano questi, nessun operaio doveva essere escluso dal piano di rilancio". Di tutto questo si discuterà oggi, alle ore 11, a palazzo d'Orleans, quando i rappresentanti sindacali di Fim, Fiom e Uilm e dei lavoratori dell'indotto e dei servizi incontreranno il presidente della Regione, Rosari Crocetta per ottenere chiarimenti sulle prospettive occupazionali e, in attesa si soluzioni industriali valide, la possibilità di accedere alla cassa integrazione in deroga per un altro anno.

Giornale di Sicilia

16 ottobre 2014

lunedì 13 ottobre 2014

Fiat-Grifa-Sindacati-Governo, riparte la produzione a Termini Imerese? un fumoso "verbale d'incontro"... che non conclude

Scampato pericolo? Sì, certo, che una risposta totalmente negativa anche in questo incontro potesse scatenare di nuovo la rabbia degli operai! Tutto a posto allora, dopo l'incontro? Andiamoci piano!
Intanto non tutti gli operai presenti all'assemblea di Termini Imerese di ieri mattina che doveva "dare il consenso" all'operazione si sono lasciati ingannare tanto facilmente. Infatti, a parte qualche applauso di sollievo perché almeno ci si salva dal licenziamento immediato, c'è stata qualche contestazione aperta e dichiarazioni di altri che si sono detti per lo meno confusi e poco convinti.

E come si potrebbe essere convinti dato che di sicuro c'è solo un "verbale d'incontro"? E l'hanno chiamato proprio "verbale d'incontro" niente di più, proprio per mettere le mani avanti e dire, nel caso molto probabile che di tutte queste chiacchiere non se ne faccia niente, che di verbale si trattava, e cioè che di impegni veri non ce ne sono!
Infatti, come ripetiamo da tempo l'obiettivo vero di questo incontro, come degli ultimi, era quello di  PRENDERE TEMPO, trovare una scusa qualunque, mettendo sul tappeto un "progetto credibile" per scongiurare i licenziamenti che sarebbero arrivati entro metà ottobre e continuare a giustificare la cassa integrazione in deroga, che scade il 31 dicembre. E, sempre se tutta l'operazione dovesse andare in porto, però la cassa integrazione per ristrutturazione aziendale riprenderebbe dal 1° gennaio 2015, e gli operai verrebbero inseriti gradualmente a mano a mano che si procederà con la produzione che dovrebbe cominciare a fine 2015 o nel 2016 inmodo che nel 2018 (!) si potrebbero cominciare a vendere le auto elettriche/ibride.

I titoli dei giornali che se ne sono occupati sono abbastanza soddisfatti, quello che lo è di meno è La Repubblica che sente un po' puzza di bruciato ed esprime dei logici dubbi, e per rendere più chiara questa posizione rifà la storia della Grifa: "Una società costituita sette mesi fa, controllata per intero da un'altra con sede a Bolzano, controllata a sua volta al 100% da una società immobiliare guidata da un amministratore congolese. Il tutto finanziato da un fondo di investimenti brasiliano e assistito da ex dirigenti Fiat nella veste di consulenti."!!! E che su internet si trova solo con una homepage dove si legge: "Siamo la prima società italiana che progetta e produce auto ibride ed elettriche di ultima generazione…". "Quel che è certo – continua il giornale - è che Grifa non ha mai avviato una produzione di automobili e vorrebbe iniziare a farlo proprio a Termini Imerese." E ancora: "Dietro la società un intricato sistema: Grifa è controllata al 100% da Energy Crotone 1, società di produzione di energia con sede a Bolzano e capitale sociale di 10 mila euro, controllata a sua volta interamente dalla immobiliare Professional Asset Management, con sede a Milano, di proprietà  dell'imprenditore pugliese Raffaele Cirillo e amministrata dal congolese Kiala Dielunguidi, presente in un'altra decina di società con sede in Italia. Anche in questo caso il capitale è di 10 mila euro." Con un "capitale" così, al massimo "manager" ed "esperti" si fanno un paio di viaggi in aereo!
Mentre il Giornale di Sicilia, benché "soddisfatto", è costretto a ricordare che: "Per la realizzazione dell'iniziativa, l'azienda ha in cassa 350 milioni, [cosa non vera] di cui 280 di finanziamento di Invitalia." Cioè dello Stato italiano!!!

Niente di realmente nuovo rispetto agli altri incontri! Ma, visti i tempi stretti dei possibili licenziamenti, tutti gli "attori" che hanno partecipato all'incontro hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco e hanno dovuto firmare il "verbale d'incontro"; come dice proprio Matrosimone della Fiom ""L'aspetto più importante … è avere bloccato l'iter del licenziamento, che sarebbe scattato a dicembre con la fine della cassa integrazione straordinaria, questa è stata una vittoria per i lavoratori. E per quelli dell'indotto punteremo a creare un bacino protetto da cui l'azienda dovrà attingere per le assunzioni. Nell'accordo dovranno esserci anche clausole che tutelino i lavoratori nel caso in cui Grifa dovesse chiudere i battenti." Bella fiducia nell'operazione!

Per fare finta che c'è stato un passo avanti hanno messo in campo le supposte novità: adesso la Grifa avrebbe accettato di aumentare il numero di operai da metter al lavoro, invece che 476 operai sarebbero 760 (cioè tutti quelli Fiat più Magneti Marelli) ad essere "assorbiti" (mentre restano fuori ancora gli operai dell'indotto). I sindacati avrebbero accettato di spostare in un prossimo futuro la discussione sugli operai dell'indotto. E a tale proposito la Repubblica ricorda che "…la situazione tra le imprese che gravitavano intorno all'universo Fiat è allarmante: i lavoratori della Lear e della Clerprem sono stati già licenziati qualche mese fa alla scadenza degli ammortizzatori sociali, e la cassa integrazione è agli sgoccioli per Bienne Sud, Pellegrini, Manital e Ssa. E la paura di restare esclusi è forte."

Il Ministero, con il suo viceministro De Vincenti, avrebbe la scusa di nuovo di un accordo da presentare per la concessione della cassa in deroga. E quanto De Vincenti stesso sia convinto lo dicono le sue parole: "Insieme… dobbiamo mettercela tutta affinché Termini Imerese riparta... Per questo servono l'impegno e la responsabilità di ognuno di noi, governo e istituzioni, imprese, lavoratori e loro rappresentanze. La gestione delle prossime scadenze, a partire dal confronto tra azienda e sindacati, sarà importante per consentire all'investitore Grifa di accelerare al massimo il processo che dovrà portare alla produzione". Insomma hanno appena firmato che già mettono le mani avanti… tranne la Cisl e la Uil che fanno addirittura salti di gioia: "Oggi per la Sicilia è il giorno della festa del lavoro – ha commentato Bernava, segretario Cisl Sicilia – finalmente arriva un progetto industriale vero…" e il "neo segretario della Cisl, Annamaria Furlan, ha parlato di 'accordo innovativo' e di 'un progetto vero e solido dal punto di vista finanziario [!] che salvaguarda l'occupazione, pure nell'indotto." Ma sì, viva la fiducia! A dire qualche "verità" in più su questo è De Palma della Fiom, responsabile per il settore auto: "i tempi sono molto stretti. Abbiamo costruito una premessa anche per i lavoratori dell'indotto ma è tutta da verificare la conclusione definitiva".

Tutti quanti, però, invocano poi la Regione Sicilia che deve fare presto! Mentre è bene che gli operai "invochino" le loro teste e forze per mettere fine a questa lunga farsa.

P.S.: che fine hanno fatto i cinesi di Renzi?

martedì 16 settembre 2014

Salta l'incontro con la Grifa... e si avvicina la scadenza della cassa in deroga

Gli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese sono delusi e aspettano con una certa ansia che in questo mese si risolva in qualche modo il problema della ripresa del lavoro o male che vada, e questa sembra essere la cosa più realistica, la continuazione della cassa in deroga. E anche questo "ammortizzatore sociale", come si sa, viene progressivamente modificato in peggio e le "maglie si stringono" come dicono i giornali. In più, proprio per giustificare questa deroga, è necessario un "piano" di rilancio qualsiasi.
Anche per questo ci sono stati già incontri con la Grifa in questo mese di settembre, che però non hanno dato i risultati sperati soprattutto perché la Grifa, se mai partisse davvero il programma che prevede un "investimento di 250 milioni, produzione di 150 auto ibride al giorno per un totale di 35mila l'anno, assorbimento di 476 lavoratori." assorbirebbe appunto solo 476 operai del totale di circa 1200 tra Fiat e indotto. "L'azienda ha confermato di aver perfezionato l'aumento di capitale con l'ingresso di un Fondo di investimento brasiliano (il fondo di Kbo è gestito dal Banco Brj guidato da Luiz augusto Queiro). Aumento di capitale che però sarebbe vincolato al via libera all'investimento a Termini Imerese." (Il sole 24 ore del 9 settembre, sottolineatura nostra). Come abbiamo già detto i banchieri non sono fessi e prima di mettere i propri vogliono vedere i soldi che ci mette la Regione e lo Stato.
La Grifa, quindi, dice chiaro che non intende assumere tutti gli operai, ma solo 476 e nemmeno tutti in una volta ma a regime cioè, una volta che la produzione entrerebbe nella fase completa, nel 2018! "Grifa vorrebbe farle pescando dal bacino della mobilità mentre i sindacati chiedono che vi sia continuità e che vengano fatte in costanza di Cig che scade il 31 dicembre". "In costanza di cig" come dicono i sindacati, se da un lato è un dato "tecnico" che permette agli operai di rimanere agganciati alla vecchia promessa di Marchionne di cedere lo stabilimento solo quando tutti gli operai saranno reimpiegati, dall'altro li tiene comunque agganciati ad una cassa integrazione che rischierebbe di diventare infinita, come successo ad altre aziende come la Keller, ma sempre che come abbiamo detto, la deroga non venga definitivamente abolita dal governo!
"In questo momento resterebbero fuori circa 300 operai di Fiat e Magneti Marelli e quasi 400 operai dell'indotto di cui 150 già licenziati." E davanti a queste cifre la Uil addirittura propone la soluzione degli "esodati" per "snellire di parecchio il bacino". Veramente una bella soluzione! Di fatto sembra proprio che sia la Uil a volersi "liberare" degli operai dato che fino a questo momento è stato proprio il numero a permettere una certa pressione nei confronti del governo.

Ci doveva essere un altro incontro qualche giorno fa a Palermo ma la Grifa non si è presentata. E dopo quello che abbiamo detto è chiaro il perché.
Le promesse di questi anni, in generale, e quelle di Renzi in particolare, non si sono fino ad ora avverate: del suo "collega cinese", per esempio, cioè del capo del governo che dovrebbe essere in Italia il 16 ottobre, nemmeno l'ombra e tutta l'operazione che coinvolgerebbe la casa automobilistica Brilliance, ci si permetta il gioco di parole, non brilla proprio per niente.
A quanto pare non è servita nemmeno la lettera di ringraziamento che i sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil hanno inviato a Renzi per la "visita" a Termini Imerese il 14 agosto scorso. (E non sono serviti nemmeno i loro selfie con Renzi mentre era in municipio!). Tra le altre cose la lettera dice: "La scelta di incontrare direttamente le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento Fiat e delle aziende dell’indotto che da anni si battono per riaprire i cancelli dei propri stabilimenti e tonare al lavoro, è per noi importante per rompere la condizione di solitudine con cui spesso abbiamo fatto i conti." Questa storia della solitudine, ripetuta costantemente, è davvero ridicola, dovrebbe fare impietosire il capo del governo?
Una lettera che definire vergognosa è poco, e che rispecchia lo stato di totale servilismo cui sono arrivati i sindacati di regime che hanno fatto perdere agli operai tutta la dignità conquistata con le dure lotte di tutti questi anni.
Preoccupato della scadenza di ottobre, con possibile arrivo delle lettere di licenziamento, anche il sindaco Burrafato con un tweet ricorda al mondo che il 23 settembre c'è il tavolo politico a Roma, dal quale non si cosa uscirà.

La lunga esperienza degli operai in questa vertenza suggerisce certamente la necessità di una ripresa della forte mobilitazione…

lunedì 1 settembre 2014

riprende la lotta operaia nel gruppo Fiat - sciopero ad oltranza in una azienda nell'indotto della Fiat Sata Melfi -

da http://proletaricomunisti.blogspot.it/2014/09/pc-1-settembre-riprende-la-lotta.html 


Melfi- Sciopero a oltranza in azienda dell'indotto Fiat
Per sollecitare l'azienda a rispettare un accordo firmato circa otto mesi fa - in particolare per quanto riguarda l'alternanza degli operai sui modelli in produzione - i 105 dipendenti della «Tiberina», azienda di Melfi (Potenza) dell'indotto di primo livello della Fiat, sono in sciopero a oltranza da ieri mattina. 
La «Tiberina» produce componenti in lamiera per la Punto e la 500 e il blocco della produzione potrebbe avere ripercussioni sull'attività dello stabilimento Fiat, ormai destinato alla produzione della Jeep Renegade e, a breve, della 500X. 
L'accordo, che fu firmato nella sede della Regione Basilicata, prevede la rotazione degli operai nei due capannoni dove si producono in uno i componenti della Punto, nell'altro quelli della 500; altri due articoli dell'intesa parlano del premio di risultato non ancora erogato ai lavoratori, e  dell'emissione di molti provvedimenti disciplinari a carico dei lavoratori, senza tener conto della condizioni in cui si svolge il loro lavoro».

uno strumento indispensabile per combattere il fascismo padronale targato FIAT

martedì 19 agosto 2014

L'auto tra la minaccia russa e la speranza cinese... per Termini Imerese o per Torino?


Il blocco delle importazioni di veicoli paventato da Putin sarebbe un guaio soprattutto per Maserati, ma l'asiatica Brilliance può sbarcare a Torino rilanciando l'ex stabilimento De Tomaso


Allarme e speranza: Torino si rispecchia nella crisi mondiale e risente con 
maggiore immediatezza di un tempo dei contraccolpi di quanto accade a decine 
di migliaia di chilometri. E' il rovescio di una medaglia, quella della 
globalizzazione dei mercati, che finora ha consentito allo stabilimento 
Maserati di Grugliasco di viaggiare con il vento in poppa nonostante la 
crisi che blocca i consumi in Italia e tiene sostanzialmente chiuse le 
vicine Carrozzerie di Mirafiori. Perché nei concessionari della Penisola 
finisce solo il 5 per cento delle vetture che ogni giorno escono dallo 
stabilimento di corso Allamano. Il restante 95 per cento va a raggiungere 
punti vendita molto lontani. E i progetti di sviluppo non possono che fare 
conto sui mercati emergenti, come quello russo.

Per questa ragione le indiscrezioni che filtrano in queste ore da Mosca 
potrebbero avere ripercussioni alla Maserati e, in prospettiva, anche a 
Mirafiori. La minaccia russa di estendere all'auto il blocco delle 
importazioni dall'Occidente come ritorsione per l'analoga misura presa nei 
confronti dei prodotti russi in seguito alla crisi Ucraina, potrebbe far 
scendere la produzione prevista nei due stabilimenti torinesi del polo del 
lusso. Due anni fa, in un'intervista con l'Ansa, l'allora direttore di 
Maserati Europa Giulio Pastore prevedeva "di passare da 60 a 3.000 auto 
vendute in Russia nel 2015". E aggiungeva che di questo notevole incremento 
una buona fetta sarebbe stata legata "all'uscita sul mercato del nuovo Suv", 
che come prototipo si chiamava Kubang e come auto su strada si chiamerà 
Levante. Il fuoristrada del tridente, si sa, dovrebbe essere realizzato a 
Mirafiori e proprio in queste settimane, assicurano i vertici Fiat, si 
dovrebbero vedere i primi allestimenti delle linee. Che effetto avrà lo stop 
alle importazioni in Russia? Certamente limitato sul totale delle vendite 
attese ma non indifferente se rimangono confermate le previsioni di due anni 
fa.

Per una nuvola che si addensa all'orizzonte dell'automotive torinese, uno 
spiraglio potrebbe aprirsi. La recente visita di Matteo Renzi a Termini 
Imerese potrebbe avere indirette consegue anche sulla produzione di Torino. 
Il premier ha parlato dei contatti avuti con la Brilliance, la casa 
automobilistica cinese che produce in concessione le Bmw Serie 3 e Serie 5. 
"La Brilliance  ha detto Renzi  è un contatto che ho preso nel mio recente 
viaggio in Cina. Loro hanno messo nero su bianco la volontà di realizzare 
auto in Italia. Va verificato però se hanno voglia di costruire automobili a 
Termini Imerese". I problemi logistici dello stabilimento siciliano sono 
noti e sono alla base della decisione del Lingotto di chiudere una fabbrica 
che pure aveva goduto nei decenni del giudizio positivo dei vertici della 
Fiat.

Se anche i cinesi di Brilliance dovessero giudicare difficili da risolvere i 
problemi logistici di Termini Imerese, ecco che la candidatura naturale per 
offrire loro uno stabilimento produttivo è quella di Torino. Dove hanno sede 
molte aziende dell'indotto che già lavorano per Bmw e dove c'è uno storico 
partner della casa bavarese, Pininfarina. L'ipotesi di uno sbarco torinese 
di Bmw, portata avanti dall'ex assessore regionale Claudia Porchietto e 
rapidamente tramontata al termine della campagna elettorale, potrebbe 
tornare sotto altra forma se Brilliance decidesse di scegliere la capitale 
italiana dell'auto come sede di quello stabilimento nella Penisola che si è 
impegnata a realizzare "nero su bianco", con il premier Matteo Renzi. E' 
evidente che in quel caso il pensiero andrebbe all'ex stabilimento 
Pininfarina di Grugliasco, da anni inattivo dopo il fallimento dell'ipotesi 
De Tomaso e ora in attesa delle mosse del fondo lussemburghese Lotus. E' 
certamente rischioso seminare altre illusioni per il migliaio di dipendenti 
De Tomaso che ancora attendono una soluzione. Ma se ottenessero il placet 
dei clienti tedeschi di Bmw i cinesi di Brilliance potrebbero trovare nello 
stabilimento grugliaschese una risposta alle loro esigenze di insediamento 
in Europa.