lunedì 1 aprile 2024

Ex Fiat di Termini: Ross Pelligra vince la gara per l’affidamento dello stabilimento… ancora una beffa per gli operai?

 

 

Ieri, 25 marzo, c’è stato l’incontro programmato al Ministero
delle Imprese e del Made in Italy sulla vertenza ex Fiat Termini
Imerese (ex Blutec) lunga oltre 12 anni
(dalla definitiva chiusura voluta da Marchionne
il 31 dicembre 2011).

Come si sa, dopo il fallimento della ex Blutec, sono stati fatti diversi
bandi per il rilancio dell’area industriale, tutti andati a vuoto.
Ieri, però, i commissari straordinari hanno trovato nel gruppo
Pelligra Holding Italia S.r.l.
il “soggetto aggiudicatario” dell’ultimo bando. Ross Pelligra è un
padrone italo-australiano, conosciuto già in Sicilia per aver
comprato il Catania calcio. Di che cosa si occupa
la Pelligra holding?
di costruzioni e ristrutturazioni edilizie. Che cosa c’entra
con la produzione industriale? Niente!

Ma questo è sembrato un fatto secondario al ministero:
nella sostanza Pelligra dovrebbe (quando entrerà definitivamente
in possesso dell’area, alla fine della procedura prevista dal bando)
“bonificare e attrezzare l’area per consentire poi l’insediamento nell’area
di attività produttive alcune delle quali saranno direttamente collegate
all’attività portuale” (dal Sole 24 Ore), insomma rimettere in sesto tutti
i vecchi edifici dello stabilimento e farne un “nuovo parco industriale” pronto,
cioè, a sua volta per essere affidato ad altre aziende che dovrebbero
produrre qualcosa…
E i soldi chi li mette? C’è un “Accordo di Programma che vale 105 milioni”
e poi “A disposizione ci sono anche 70 milioni di euro stanziati
dall'ultima Finanziaria del governo Musumeci…”, insomma la Regione
Sicilia che in più, attraverso l’Assessorato al Lavoro,
per le “politiche si passive
che attive” ha a disposizione 30 milioni!

Chiaramente questo progetto è stato condito con paroloni
sulla costruzione dell’Interporto di Termini Imerese “che consentirà
di combinare differenti modi di trasporto (strada, ferrovia, mare)
ed essere baricentro di un’ampia zona di produzione (che)
renderanno l'area nuovamente attiva e attrattiva per nuovi
investimenti produttivi.”

E gli operai? Questo progetto di ristrutturazione edilizia prevede
“l'assunzione di 350 dipendenti, attualmente in cassa integrazione,
con garanzia di impiego per i prossimi 24 mesi.”

350 su 556 per due anni! E dopo? Potrebbero rientrare anche
loro nella “società di scopo” ed essere… accompagnati alla pensione.

Mentre “Per i 180 operai che rimarrebbero fuori dal perimetro delle
assunzioni (altri 40 possono andare in pensione subito) le ipotesi
sono diverse:
la prima riguarda il riconoscimento del lavoro usurante
e su questo il ministro Calderone avrebbe mostrato disponibilità a
d approfondire; la seconda prevede un periodo di altri due anni di Naspi
allo scadere della cig per poi essere accompagnati alla pensione;
la terza prevede la costituzione di una newco di scopo interamente
pubblica che potrebbe assorbire i lavoratori ancora in carico a Blutec.”

Questa riunione “presieduta dai ministri Adolfo Urso e Marina Elvira
Calderone … con il Sottosegretario al Mimit, Fausta Bergamotto,
i Commissari straordinari dell’azienda Giuseppe Glorioso, Fabrizio
Grasso e Andrea Bucarelli, la Regione Siciliana, il Comune di Termini
Imerese, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale
e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali” è servita
sostanzialmente per trovare un modo per risolvere definitivamente
la questione degli operai dell’ex Fiat, mandandoli in pensione
in un modo o nell’altro! E naturalmente può essere considerata un
grande spot pubblicitario in vista delle elezioni europee. E infatti
anche l’attuale presidente della Regione ha voluto dire la sua
salutando il “piano industriale”.

E i sindacati confederali? Ricordano che ci sono ancora 200
dell’indotto
per i quali non si è deciso niente ed esprimono, come sempre,
qualche “perplessità”, vista la “complessità” della questione,
ma nella sostanza sono d’accordo, basti la dichiarazione di quelli
della Fiom-Cgil: “Progetto di reindustrializzazione, pensionamenti
e società di scopo sono tre elementi fondamentali per dare una
soluzione a tutti i lavoratori”.

No, proprio no. Gli operai in cassa integrazione da 12 anni, conditi
da promesse e chiacchiere a non finire sulla “prossima
reindustrializzazione” e perdita di salario, non hanno
avuto nessuna “soluzione” se non quella a perdere…

Comunque, visto che i passaggi previsti per la messa in pratica
di questi accordi si dovrebbero concludere
entro il 4 novembre prossimo,
data della definitiva scadenza di tutti gli ammortizzatori sociali,
gli operai hanno il tempo per analizzare e ragionare sulla
proposta
e prendere le proprie decisioni!

domenica 22 gennaio 2023

Cassa integrazione (inizia il 12° anno!) fino a novembre 2023 e nessuna reindustrializzazione in vista


Il nuovo anno ha portato agli operai della ex Fiat di Termini Imerese altri nove mesi di cassa integrazione.

Il primo gennaio di quest’anno inizia per i 600 operai rimasti della ex Fiat di Termini Imerese il 12° anno di cassa integrazione (rinnovata, in deroga!!! solo fino a novembre 2023). Sono passati, infatti, 11 anni dalla chiusura decisa il 31 dicembre 2011 dall’inventore del fascismo padronale, Marchionne.

Agli operai diretti, che diminuiscono di anno in anno, si aggiungono quelle dell’indotto che sono nella stessa situazione, circa 250 in “mobilità in deroga”.

L’assurdità della cassa integrazione eterna salta agli occhi di chiunque, ma la borghesia, per

convenienza politica, cerca qua e là di ammortizzare i possibili scontri e dimostra che quando vuole passa di deroga in deroga.

Di questo interesse politico alla “vertenza” dà un esempio il “nuovo” assessore alle attività produttive (!) della Regione Siciliana che ha convocato nei giorni scorsi i sindacati Fiom, Fim, Uilm e Ugl, gli stessi che da 12 anni dicono sì a qualsiasi “ipotesi di reindustrializzazione” , compreso quello del delinquente padron Ginatta della Blutec, finito in galera per aver rubato 20 milioni pubblici.

“Da parte mia nessuna promessa o propaganda” esordisce l’assessore, con una scusa non richiesta! perché “La vertenza della Blutec non deve avere colori politici”; per dare corso a queste intenzioni l’assessore, dopo aver ricordato che “c'è bisogno di grande sinergia tra tutti gli attori coinvolti, compresa la politica, per cercare di mettere un punto a una vicenda lunga ed estenuante [sicuramente solo per gli operai e le loro famiglie!, ndr] che prosegue da oltre 10 anni” si è impegnato a “fare il punto della situazione, dei fondi a disposizione e delle offerte sul tavolo”, a chiedere al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, un tavolo romano e a convocarne un altro alla Regione per il 23 gennaio prossimo.

Mentre sono passati già 6 mesi dall’ultimo annuncio sul rilancio proposto dal Polo Meccatronica Valley (nome pretenzioso per chi probabilmente è in cerca di altri soldi pubblici), i sindacalisti di Fiom, Fim, Uil e Ugl si dicono soddisfatti dell’iniziativa dell’assessore: secondo la Cisl infatti si è trattato di «Un incontro positivo, c'è l'impegno e sembra fattivo da parte della Regione nel volere portare avanti le questioni che riguardano la vertenza».

Ma tra una soddisfazione e l’altra i “fondi” a disposizione diminuiscono, sia quelli per l’eventuale e sempre annunciato rilancio che quelli per agevolare il pensionamento di alcuni operai.

“Resta ancora da risolvere il rinnovo dell'accordo di programma che è scaduto.” Riporta il Giornale di Sicilia del 10 gennaio – “Il precedente prevedeva una dotazione da 150 milioni da parte del governo nazionale un cofinanziamento da 30 milioni da parte della Regione. Secondo alcune voci emerse nel corso della riunione il nuovo accordo prevederebbe una dotazione (nazionale) molto inferiore attestabile sulla trentina di milioni. Con queste cifre ballerine è difficile anche procedere al bando per raccogliere e ufficializzare le manifestazioni di interesse che già sono state avanzate. Sembra confermato l'interessamento del gruppo ucraino che lavora alluminio e che aveva partecipato a un incontro all'incubatore di Invitalia nei mesi scorsi.”

Nell’incertezza generale, come si vede, ciò che “resta” è la cassa integrazione in deroga! E resta la necessità che gli operai (non è mai troppo tardi), stanchi di aspettare ma ancora in numero importante prendano nelle proprie mani la vertenza che, come dice lo stesso assessore, non è più sindacale in senso stretto ma anche politica.

lunedì 11 luglio 2022

Ex Fiat Termini Imerese: C’è una nuova “cordata” di imprese, dall’Ucraina all’Italia, pronta ad acquisire lo stabilimento… ma perché non parte la reindustrializzazione?

 

Qualche settimana fa è stato fatto l’ennesimo tentativo da parte del Polo della Meccatronica, presieduto da Antonello Mineo, di presentare progetti accettabili per l’insediamento nell’area dell’ex stabilimento della Fiat e avviare la sua reindustrializzazione.

“I progetti sono stati inseriti in uno studio di fattibilità” dice il Sole24Ore, “presentato da una cordata industriale formata da due multinazionali (una dell’alluminio con sede in Ucraina e l’altra della meccanica di precisione) e da aziende italiane leader nella componentistica per l’automotive, nella mobilità sostenibile, nella robotica e nella produzione di impianti fotovoltaici di ultima generazione.”

Gli operai dell’ex Fiat, ex Blutec, ancora in cassa integrazione, sono considerati un ostacolo alla riconversione per cui Mineo mette le mani avanti: “Gli investitori – spiega Mineo – hanno dato la propria disponibilità ad assorbire gli ex lavoratori Blutec e quelli dell’indotto.” Ma è chiaro che se

la cosa andasse in porto gli operai devono anch’essi essere riconvertiti. E anche su questo c’è la rassicurazione: “Per l’eventuale reskilling [così, in inglese, chiamano la nuova formazione degli operai] è previsto un piano affidato a Gi Group”.

A detta di tutti ci sono, quindi, le condizioni ottimali: ci sono gli investitori, c’è la ZES - Zona Economica Speciale -, c’è il porto rimesso a nuovo, e c’è la Regione: “Di particolare importanza” dice infatti il quotidiano dei padroni “è la firma dell’Accordo di programmala Regione siciliana, per mano dell’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano, ha sin qui fatto la propria parte appostando 90 milioni: il Mise ha previsto 35 milioni invece dei 150 milioni stanziati precedentemente.”

E visto che gli operai dell’ex Fiat, ex Blutec potevano appunto scoraggiare gli investimenti: “La regione siciliana ha anche approvato una norma in Finanziaria che stanzia 30 milioni per consentire la fuoriuscita dal bacino della cassa integrazione di una buona parte degli oltre 600 operai ex Fiat e poi ex Blutec.”

Due sono le proposte considerate più interessanti: la prima è quella di un impianto di alluminio 100% green della ucraina “Shapran Group” Llc e “BrovaryAluminium Plant” Llc. “L’ideatore del progetto, Sergei Shapran, ha studiato il mercato europeo dell’alluminio con il progetto di costruire un impianto di alluminio in Italia con un’area totale di 60.000 mq. Potrebbe trattarsi del primo impianto in Europa a funzionare solo con energia green e potrebbe nascere proprio in Sicilia, a Termini Imerese. La capacità prevista dell’impianto potrebbe essere di 24.000 tonnellate all’anno.”

La seconda proposta è quella del “Gruppo Motion Italia Spa, che opera nel settore dei meccanismi per poltrone e divani, in particolare nella produzione e distribuzione di profili meccanici (meccanismi per seduta e poggiatesta), motori (motori e sistemi di  massaggio) e altre componenti che vengono montate su motori e meccaniche. Il gruppo è pronto a investire 34 milioni e a creare 290 posti di lavoro … il business plan è stato sviluppato prevedendo di entrare in possesso dell’area entro il mese di luglio 2022, partendo con parte della produzione il 1° gennaio 2023. Nello specifico si prevede che nel nuovo sito si facciano delle produzioni esclusivamente meccaniche, mentre la parte elettronica continuerà ad essere prodotta in Cina. L’idea è di iniziare da subito a produrre nel capannone di Termini Imerese la fase finale della produzione. Con la conclusione della costruzione del nuovo capannone entro la primavera 2023, si potranno posizionare le macchine per la stampa dei prodotti e per la produzione dei tubi: questa parte della produzione partirà a ottobre 2023.”

E poi ci sarebbero un paio di altri progetti: quello della Comal che “sta valutando la possibilità di avviare una linea di assemblaggio di pannelli fotovoltaici ad alto rendimento.” E quello della “Raybotic, gruppo dell’Orto Spa, Energica Motor Company Spa e Reinova” che “hanno previsto un investimento da 10 milioni di euro e la creazione di 30 posti per la realizzazione di uno scooter ‘auto sanificante’”.

Infine, per quanto riguarda gli operai che dovessero essere riassorbiti, c’è appunto “La Gi Group Spa, la più grande multinazionale del lavoro in Italia e partner del Distretto Meccatronica Sicilia” che “si occuperà invece del progetto di riqualificazione dello stabilimento ex Fiat. Si prevede un ‘restyling’ del personale, con un piano per la formazione per le figure da assumere.”

Cosa manca dunque? Il “bando”, dicono i commissari. Cioè quella che potremmo definire la parte burocratica: “Manca il bando per la manifestazione di interesse al quale le aziende potranno partecipare e che deve essere emanato dal Ministero dello sviluppo economico su input dei commissari” dice il GdS del 24 giugno: «Stiamo lavorando costantemente con la Regione e con i sindacati con cui abbiamo un costante scambio di informazioni», ha spiegato Giuseppe Glorioso, uno dei commissari, «sono fiducioso su questo aspetto perché ritengo che si stanno incastrando una serie di elementi che stanno rendendo l’area appetibile per gli investitori». Certo che diventa appetibile! Oltre 100 milioni a disposizione, la possibilità di non pagare le tasse, problema risolto con infrastrutture e operai!

Ma, a quanto pare, gli stessi commissari “fiduciosi” hanno anche tanti dubbi, vista l’esperienza di gruppi che prendono i soldi pubblici e scappano: «Speriamo che i progetti possano rispondere al bando che siamo pronti ad attivare non appena vedremo qualche aspetto più concreto», ha aggiunto il collega Fabrizio Grasso, «l’incontro è positivo ma ci sono una serie di attività da formalizzare sotto il controllo di tribunale e ministero dello sviluppo … Tutto partirà da un nostro bando e noi siamo disponibili in tempi rapidissimi a richiedere una nuova autorizzazione al Ministero perché venga espletata una nuova procedura».

Per quanto riguarda la “ricerca degli investitori”, la “cessione degli stabilimenti” ad un prezzo più o meno concordato, l’intervento del Ministero e degli enti locali, i problemi legati agli operai in cassa integrazione spesso da anni o da licenziare… la “vertenza” ex Fiat, ex Blutec di Termini Imerese ha tanti aspetti in comune con tante altre nel nostro paese, dalla Gkn di Firenze, allo stabilimento Tessitura di Mottola per citarne solo alcune. È questo insieme di condizioni che mette oggettivamente in comune la necessità della lotta delle centinaia di operaie e operai coinvolti.

(dal blog proletari comunisti)

domenica 22 maggio 2022

Operai ex Fiat Termini Imerese: 11 anni dopo si chiude definitivamente la vertenza?

dal blog: proletaricomunisti.blogspot.it 



Alla fine, dopo 11 anni di cassa integrazione e promesse infinite di “reindustrializzazione” e “nuova occupazione”, politici e sindacalisti (Regione Siciliana e Cgil-Cis-Uil) hanno trovato il modo di chiudere definitivamente la vertenza liberandosi degli operai.

Nella legge finanziaria approvata un paio di giorni fa, infatti, hanno inserito un articolo che vale 30 milioni di euro, fondi dell’Unione Europea! che “prevede un percorso di uscita per la maggioranza dei 584 lavoratori in cassa integrazione dal 2011” (Gds 15/5)

Questa “mossa” servirebbe, a detta del giornalista, “per rendere più agevole la cessione delle aree dell’ex stabilimento.”

Così la racconta l’assessore regionale, ringraziando “la sensibilità di tutte le forze politiche”: “… il Parlamento siciliano ha varato una norma con cui di fatto agevoliamo centinaia di lavoratori a sganciarsi dalla cassa integrazione approdando alla pensione ottenendo così una rilevante riduzione dei numeri dei lavoratori rimasti nel bacino ex Blutec – commenta Turano – adesso abbiamo tutte le carte in regola per attrarre nuovi investimenti”.

Questa è una scusa perché già lo stabilimento dalla ex Fiat alla Blutec fu regalato per 1 euro! la verità è che il “problema” sono gli operai legati allo stabilimento e dei quali ci si vuole liberare. E per quanto riguarda gli “investimenti” siamo sempre al tentativo di fregarsi soldi pubblici.

Allo stabilimento sarebbero interessati, infatti, ma come abbiamo sentito infinite volte in questi anni, “tanti gruppi: per le agevolazioni prevista dalle Zes (e dalle Superzes regionali), e per un mutato contesto geopolitico che mette la Sicilia al centro di alcuni notevoli investimenti”.

Questa volta si parla di investimenti “energetici”… e siamo di nuovo alla speculazione sui fondi pubblici in maniera ancora più spregiudicata, perché non bastavano le Zone Economiche Speciali che prevedono incentivi e riduzione di tasse per i padroni, ma addirittura ora si sono inventati le SuperZes a regime fiscale ulteriormente agevolato.

Nei prossimi giorni viene annunciato un incontro al Mise per completare l’iter, e visto che siamo in campagna elettorale “La Sicilia rilancia con i 90 milioni messi a disposizione per il rilancio dell’area.”

90 milioni che prima erano 240, poi scesi a 180 ecc. ecc. mai visti realmente in funzione (anzi gli unici che hanno “funzionato” sono i 16 milioni che si è fregato Ginatta l’ex padrone della Blutec!) con il beneplacito dei sindacalisti che continuano a blaterare di “rilancio dell’area industriale”, reindustrializzazione del sito e della necessità di risorse che servono per “riqualificare il polo industriale”.

Sarebbe bene che nei prossimi giorni anche i circa 1000 operai, tra ex Fiat e indotto, si esprimessero su tutti i punti di queste decisioni, per non dover subire l’ennesima fregatura, tenendo sempre presente che senza la pressione degli operai in questi anni non saremmo nemmeno a questo “accordo”, mentre è chiaro che senza l’aggancio agli operai tutta l’area di Termini Imerese perderà ulteriormente di importanza come area industriale.

mercoledì 15 settembre 2021

La Fincantieri apre a Termini Imerese il polo nel settore navalmeccanico? Era ora... ma ora dobbiamo lottare per una soluzione che comporti la riapertura dello stabilmento e il lavoro per tutti

“L’ipotesi è stata attentamente vagliata e analizzata nelle scorse settimane e resta ancora sui tavoli della politica per sciogliere alcuni nodi tecnici che sarebbero da ostacolo affinché l’azienda possa proporre e sviluppare un progetto per il rilancio dell’area industriale del palermitano che da dieci anni, da quando cioè Fiat ha deciso di chiedere lo stabilimento, aspetta un soggetto industriale forte per ripartire.” dice il quotidiano di Confindustria, il Sole24Ore del 2 settembre.

Questa  proposta è da considerare l’unica seria in oltre dieci anni di tentativi tutti falliti (dalla “Sunny Car”, alla DR Motor Company, alla Blutec… solo per rimanere alle aziende che si occupano di produzione di auto) compreso le ultime “manifestazioni di interesse” che hanno risposto al bando che era stato pubblicato a maggio dal Ministero e che non sono state nemmeno accolte e che non si occupavano affatto di costruzione di auto, comunque incapaci di creare molti posti di lavoro e quindi di riassorbire anche gli operai ex Fiat.

Oltre dieci anni di attesa in cui gli operai hanno dovuto percepire la cassa integrazione, che, come si sa, è molto meno del salario (e per la quale, alla scadenza, ogni volta hanno dovuto protestare pubblicamente), mentre la gestione assolutamente scellerata dei vari amministratori, compreso Invitalia, non ha permesso nessun rilancio anzi alla fine una parte dei soldi pubblici sono stati rubati dal padrone della Blutec, Ginatta.

Dieci anni in cui politici e sindacalisti alla ricerca di facili consensi si sono alternati sul palco delle promesse mai mantenute, mentre nel frattempo si è impoverito ancora di più il settore industriale già di per sé molto debole in tutta la regione. E questo non fa bene al proletariato e alla classe operaia che nella fabbrica ha il suo punto di forza. Su questo, per parafrasare Marx potremmo dire che siamo tormentati non solo dallo sviluppo della produzione capitalistica, ma anche dalla mancanza di questo sviluppo… perché la presenza di una classe operaia numerosa, se da un lato accresce il capitale dall’altro è il presupposto per l’organizzazione di una più forte lotta di classe.

L’intervento del solido colosso pubblico internazionale della costruzione navale, Fincantieri, che implica l’attivazione di un enorme e variegato settore industriale, è certamente una ottima occasione, quindi, per il rilancio dell’industrializzazione dell’area e di conseguenza per il reimpiego degli operai sia diretti che dell’indotto.

E non ci possono essere obiezioni, perché niente effettivamente impedisce la realizzazione del progetto, visto l’enorme “portafoglio ordini”, cioè la quantità di navi già richieste (ad oggi 18 nuove navi da costruire!)… proprio per questo, per permettere la riuscita di questo progetto è interesse degli operai contribuire a togliere di mezzo ogni tipo di “ostacoli” e passare ai fatti!

a cura dello slai cobas per il sindacato di classe - Palermo 

lunedì 13 settembre 2021

Ex Fiat Termini Imerese: altri due anni di cassa integrazione per gli operai, bocciate le proposte di industrializzazione e messa in vendita dello stabilimento - solo la lotta degli operai in forme nuove e autorganizzata dal basso- vedi GKN - può cambiare le cose

 

 La tanto attesa riunione di ieri al Ministero dello Sviluppo economico, retto attualmente dal leghista Giorgetti, aveva all’ordine del giorno due punti essenzialmente

1.      l’esame del piano di rilancio di Blutec presentato dai tre commissari (Filippo Bucarelli, Giuseppe Glorioso e Fabrizio Grasso) che rappresentano il Gruppo (il cui padrone è attualmente agli arresti domiciliari per diversi reati e aver rubato 16 milioni dei 21 concessi dalla Regione) e

2.      l’esame delle proposte pervenute al Mise dopo la pubblicazione dell’avviso per la manifestazione di

interesse per l’area di Termini pubblicato a metà maggio

Il “piano di rilancio” della Blutec è stato rigettato e il Ministero ha dato incarico ai commissari di presentarne un altro entro il 30 settembre, data di scadenza della cassa integrazione, in modo da poterne concedere ancora (si parla di altri due anni!) e dare spazio ad una nuova procedura.

Questo nuovo “piano”, da preparare entro 60 giorni, deve prevedere, secondo il Mise, la vendita della Blutec con tutti gli stabilimenti. Tutto questo “processo” durerebbe almeno due anni durante i quali sarebbe appunto garantita la cassa integrazione ai circa 600 operai ex Fiat che diventano circa mille con l’indotto.

Bocciate anche le otto proposte che erano arrivate dopo l’emissione del bando per l’industrializzazione dell’area! Dovevano essere davvero non credibili e probabilmente miravano soltanto ai soldi pubblici!

Una delle tante altre assurdità è stata la vendita simbolica alla Blutec dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese da parte di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A., (agenzia governativa italiana costituita come società per azioni e partecipata al 100% dal Ministero dell'economia e delle finanze.) e adesso si deve aspettare che i commissari Blutec “vendano” lo stabilimento per poter procedere nelle procedure!

La realtà è che i fondi pubblici sono all’origine stessa della costruzione della fabbrica a Termini Imerese negli anni ’70, e non hanno mai smesso di essere versati nelle casse, prima della ex Fiat e poi alla Blutec, e si vede che fine hanno fatto! Soldi pubblici, profitti privati… e operai in cassa integrazione per anni!